Omicidio Luca Sacchi | spuntano due chat private per gli incontri di droga

Gli inquirenti portano avanti le indagini in merito all’omicidio Luca Sacchi. Ora avviene una scoperta molto significativo nell’ambito dei lavori.

omicidio Luca Sacchi
Aggiornamenti omicidio Luca Sacchi Foto dal web

Nell’ambito dell’omicidio Luca Sacchi, gli inquirenti avevano appurato fin dalle primissime battute delle indagini relative alla morte del giovane ucciso a Roma il 23 ottobre 2019 che tutti gli imputati di questa vicenda comunicavano tra di loro sulla piattaforma di messaggistica istantanea Signal.

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Un modo efficace per impedire che i rispettivi messaggi venissero individuati. Anche con Whatsapp è possibile evitare intercettazioni, ma Signal è certamente molto meno diffuso. E gli investigatori hanno individuato due chat, chiamate rispettivamente ‘Merdaman’ e ‘Setta segreta CM’. Tra gli utenti presenti spiccano in entrambe Giovanni Princi, Valerio Del Grosso, Paolo Pirino e Valerio Rispoli. Princi era l’organizzatore della trattativa per l’acquisto dell’immane quantitativo di droga che aveva visto Luca Sacchi ed Anastasiya Kylemnyk incaricati di fornire i famosi 70mila euro per comprare gli stupefacenti. Del Grosso è l’autore materiale dell’omicidio e con lui c’era Pirino. Rispoli è invece l’emissario dei pusher nel quartier San Basilio dove è avvenuto il delitto.

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Omicidio Luca Sacchi, scoperte due chat private

Ci sono poi anche altri personaggi, pare tutti coinvolti nello spaccio di droga. Sempre secondo gli investigatori, queste due chat servivano per mettere su il discorso relativo agli incontri per la cessione di sostanze stupefacenti. Tutti gli individui coinvolti mostrano anche capacità di sapere eludere ogni possibile traccia di illecito a loro carico. Che unito alla omertà generale che emerge nelle due chat, aveva come scopo proprio quello di celare ogni possibile segno di illecito. Una intercettazione che riguarda Giovanni Princi – amico personale ed ex compagno di scuola di Luca Sacchi – riporta le seguenti frasi a lui attribuite.

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Princi aveva studiato come eludere le intercettazioni

“In questi anni ho studiato i cellulari e sono dove intervenire per non lasciare tracce”, diceva una settimana prima dell’assassinio di Luca. Princi si rivolgeva via messaggio ad alcuni interlocutori dei quali aveva memorizzato i numeri, per non comprometterli. Difatti gli stessi non erano presenti in rubrica. E questo è un elemento che ha destato l’interesse degli investigatori. Lui stesso usava una simcard intestata ad un bengalese. Le indagini vanno ancora avanti, mentre il 9 giugno si svolgerà una nuova udienza del processo.

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