Fabrizio Corona, l’inferno del carcere di massima sicurezza: cosa accadde

Con un post su Instagram, Fabrizio Corona riporta alla memoria i momenti passati all’interno del carcere di massima sicurezza.

Fabrizio Corona figlio

Gli anni passati nel carcere di massima sicurezza di Opera sono stati per Fabrizio Corona un incubo. L’ex fotografo dei vip non racconta mai con piacere quello che ha vissuto là dentro, ma molto di quanto patito è possibile vederlo nelle foto dell’epoca o trovarlo nelle dichiarazioni del suo avvocato in tribunale. Nel 2014 l’avvocato Cicconi spiegava che il suo assistito veniva trattato peggio di un detenuto pericoloso: “Nemmeno i detenuti al 41 bis attendono tanto per una risposta sui colloqui, di norma passano dieci giorni. C’è un sacco di gente che ha ucciso e oggi è libera, Corona ha certamente sbagliato, ma non ha ammazzato nessuno”.

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In quel periodo il legale stava cercando di ottenere la cancellazione dell’aggravante per poi poter richiedere i domiciliari. Qualche tempo dopo Corona ha raccontato che in carcere ha sofferto psicologicamente e fisicamente. Quando poi gli hanno chiesto come vivesse l’astinenza sessuale, questo ha spiegato: “Hai due possibilità: o diventi un animale e approfitti di un detenuto gay o pensi alla tua compagna e provi a capire se là sotto funziona tutto”. L’ex re dei paparazzi infatti aggiungeva che in carcere gli avevano dato degli psicofarmaci per farlo stare tranquillo e questo aveva influito sulle sue capacità sessuali.

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Fabrizio Corona, la foto dal carcere di massima sicurezza

 

 

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Sebbene Fabrizio tenda a non parlare di quel periodo entrando nei dettagli, non di rado ne fa riferimento sottolineando quanto sia stata dura sopravvivere a quella esperienza. In uno degli ultimi post Instagram, Corona ha pubblicato una foto risalente al 2015 che lo vede ritratto a petto nudo all’interno del carcere. Accanto alla foto si legge una didascalia utile a contestualizzarla: “GIUGNO 2015.DOPO AVER RESISTITO A 3 ANNI DI “GUERRA” NEL CARCERE DI MASSIMA SICUREZZA DI OPERA”.

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