Papà killer sta morendo, straziante appello della figlia: “Dicci dov’è mamma”

Una figlia implora il papà killer malato nella prigione colpita dal Coronavirus di rivelare dove ha nascosto il cadavere di sua madre.

Russell Causley, 78 anni, che ha ucciso la moglie Carole Packman 35 anni fa, ha ora problemi di salute ed è detenuto in un carcere ad alto rischio di contagio da Coronavirus. Il cadavere della vittima non è mai stato ritrovato, e sua figlia teme che il papà killer andrà nella tomba portando con sé l’oscuro segreto. Per questo lo sta letteralmente implorando di rivelarle tutta la verità.

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L’oscuro segreto di un papà assassino

Russell Causley ha assassinato la moglie Carole nel 1985, e il mese prossimo chiederà di tornare in libertà condizionata. Ma è dietro le sbarre dell’HMP Littlehey, vicino a Huntingdon (Regno Unito), dove tre detenuti sono morti per Coronavirus. Avendo 78 anni, Causley è a tutti gli effetti un soggetto ad alto rischio di contagio.

La figlia Sam Gillingham, 51 anni, è disperata: “Mio padre ha dei problemi di salute preesistenti. Se morisse senza dirmi nulla, sarebbe terribile. Dovrei dire a mia mamma: ‘Mi dispiace di non averti trovato’. Spero che prima che muoia ci dica dove è mia madre”. Il figlio di Sam, Neil, 30 anni, ha aggiunto: “Abbiamo discusso di ogni eventualità. Se mio nonno dovesse prendere il virus, siamo preparati. Spero che Causley possa fare la cosa giusta prima e dare a tutti, compreso se stesso, l’ultima verità”.

Carole saprì dalla casa di famiglia a Bournemouth quando Sam, figlia unica, aveva 16 anni. Causley fu condannato per l’omicidio di Carole nel dicembre 1996 e poi ancora nel 2004, a seguito di un nuovo processo. Sam, di Northampton, pensa che non dovrebbe essere liberato fino a quando non sconterà la sua pena. Ed è sconvolta all’idea che la prossima udienza si terrà il 19 giugno, a quasi 35 anni dall’ultima volta che Carole è stata vista in vita. Se venisse rilasciato dalla prigione, però, Sam vorrebbe affrontarlo a viso aperto. “Finalmente sarei in grado di alzarmi e dirgli come mi sento”, promette.

EDS

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