Donna uccisa | la nipote confessa | “Ho assoldato due killer per strangolarla”

Scoperta la verità dietro alla vicenda della donna uccisa in provincia di Palermo pochi giorni fa. La nipote ammette le sue responsabilità e spiega il perché.

donna uccisa nipote
Risolto il caso della donna uccisa con la nipote che confessa Foto dal web

L’omicidio di Maria Angela Corona giunge ad una svolta tanto improvvisa quanto inattesa. Lei è la donna uccisa una settimana fa a Palermo a 47 anni ed il cui corpo era stato rinvenuto nascosto in dei sacchi della spazzatura in una località di campagna.

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Agli inquirenti era parso evidente fin da subito la pista collegata ad un delitto, proprio per come era stato lasciato lì il cadavere. Si apprende ora che dietro a tutto questo ci sarebbe una nipote della donna uccisa. È la 39enne Maria Castronovo, che avrebbe assoldato due killer allo scopo di eliminare la zia e di farne sparire qualsiasi traccia. La sparizione di Maria Angela Corona risultava regolarmente denunciata dall’allarmatissimo compagno. Sul caso aveva aperto una inchiesta la Procura di Termini Imerese, con una particolare enfasi su quelli che erano i rapporti della vittima con alcuni suoi parenti stretti. Da quanto si apprende, la motivazione che avrebbe spinto la nipote della 47enne uccisa sarebbe da ricercare in dei maltrattamenti inferti proprio alla nipote.

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Donna uccisa, la nipote confessa: “Ho assoldato due sicari”

Nipote che avrebbe quindi agito in seguito anche ad una lite, mossa dal rancore e dalla rabbia, al punto da pagare 15mila euro a due uomini senza scrupoli pur di togliere l’odiata zia dalla circolazione. Gli inquirenti avrebbero scoperto che questo piano risaliva già a molto tempo fa. La Corona è stata soffocata ed il suo corpo è stato nascosto in un sacco dell’immondizia lanciato poi da un cavalcavia, a Bagheria. Alcuni animali selvatici hanno anche divorato parti del cadavere. Individuati anche gli autori materiali del delitto. Si tratterebbe di due extracomunitari: il 28enne Toumani Soukouna, originario del Mali, ed il 23enne Morel Diehi, proveniente invece dalla Costa d’Avorio. Alla fine il tutto è venuto alla luce dopo la confessione proprio della nipote fatta agli inquirenti. Tutti e tre gli individui si trovano in arresto in carcere.

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