Marco Vannini: morto il Brigadiere Amadori, era un testimone chiave

Ieri è deceduto il Brigadiere Amadori, uno dei testimoni chiave del processo sul caso Marco Vannini, uno dei primi ad intervenire la notte della morte.

Si è spento ieri mattina a 62 anni il Brigadiere Manlio Amadori, il primo carabiniere intervenuto la notte della morte di Marco Vannini. Secondo quanto riferito, il militare versava in condizioni di salute precarie già da diverso tempo. Recentemente era stato sottoposto ad un trapianto, ma le sue condizioni sono peggiorate progressivamente sino a portarlo al decesso. Tutta la Caserma di Ladispoli, dove ha prestato servizio per circa 22 anni, è in lutto per la sua scomparsa.

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La sera della morte di Marco, Amadori è stato il primo ad arrivare in Caserma e a parlare con Antonio Ciontoli, uomo condannato per l’omicidio del 20enne di Cerveteri. Proprio dal suo racconto sono emersi i primi dubbi sulla versione fornita dall’imputato. Pare infatti che quella notte Ciontoli fosse molto spaventato e dicesse cose contraddittorie, una frase in particolare gli fece pensare che potesse addossarsi la colpa per proteggere il figlio.

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Brigadiere Amadori, il racconto di quella notte

Il Brigadiere è stato uno dei primi testimoni ad essere ascoltato in aula durante il primo processo. In quella occasione ha raccontato di come Ciontoli gli sia apparso spaventato ed in stato di confusione. Ecco il suo racconto:

“Quando arrivai trovai tutta la famiglia Ciontoli. Feci entrare Antonio Ciontoli nel mio ufficio. Si accomodò, era molto preoccupato e ha cercato di fornire una prima ipotesi su quanto era accaduto. Dopo aver carpito alcune cose, ho ritenuto opportuno fare capire che non ero d’accordo, però non potevo andare oltre. Lì lui esternò con un gesto un po’ particolare: ‘Che fai mi vuoi arrestare?’. Lì poi intervenne il maresciallo Izzo che passava nel corridoio e ho detto: “Guardi ci parli lei che non è il caso che io interferisca oltre quelli che sono…”. E Ciontoli: ‘Mah, adesso metto nei guai mio figlio‘. Allora, il Comandante Izzo aprì la porta, quando mi vide che ero un po’ irritato dico: ‘Guardi comandante, io esco fuori perché non mi sta bene, non posso io sentire certe cose’. Dice rivolto a Ciontoli: ‘Anto’ tu mi devi dire una cosa: chi è che ha esploso il colpo di pistola? Tu o tuo figlio?’. ‘No, sono io’. ‘Ecco allora vedi di farla finita e basta”. Lì chiusi il discorso'”.

Vannini

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