Coronavirus, il racconto del paziente 1 Mattia: “Mia figlia mi ha tenuto in vita”

Il paziente 1 Mattia ce l’ha fatta superando brillantemente una fase davvero incredibile a causa del Coronavirus: il suo racconto commosso ai microfoni de “La Repubblica”

(Facebook)

Ormai sono passati esattamente due mesi dal 21 febbraio con il primo caso in Italia da coronavirus. Il paziente numero 1, così chiamato per identificarlo, si chiama Mattia ed ha voluto raccontare la sua storia drammatica di quei giorni. Mattia Maestri, 38 anni, vive a Codogno con la moglie Valentina e da pochi giorni è arrivata la figlia Giulia, che ha potuto salutare solo ora. Ai microfoni de La Repubblica Mattia ha svelato tutto: dai primi sintomi della febbre riscontrata il 17 febbraio con una forma di polmonite. I medici lo rimandano a casa, ma la febbre non vuole proprio saperne di andare via. Il giorno dopo così l’uomo torna in ospedale e si sottopone a radiografia che svela che è presente liquido nei polmoni. Solo dopo che l’anestesista Annalista Malara lo sottopone al tampone, si viene a conoscenza della sua positività al coronavirus diventando così il primo paziente italiano.

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Coronavirus, il ricordo di Mattia paziente numero 1

Mattia si trovava in buona forma facendo spesso attività fisica e così il suo racconto a La Repubblica continua senza sosta: “Il 20 febbraio il Covid-19 ufficialmente in Europa non aveva contagiato nessuno. Io sono ancora giovane e sportivo, eppure ero in fin di vita. Questa anomalia ha permesso di trovarlo e la scoperta non ha salvato solo me. Da quel momento ha permesso di diagnosticare il virus in migliaia di persone. C’è stato il tempo di curare in sacco di gente, di capire perché in tanti stavano già soffrendo”.

Infine, lo stesso paziente numero 1 ha rivelato: “La nascita della nostra prima figlia, Giulia, mi ha insegnato a resistere e a credere nella differenza tra fiducia e utopia. La vita e la morte, senza offrirci l’opportunità di percepirlo, ogni giorno si sfiorano in silenzio attorno a noi”.

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