Italiani bloccati sulla Royal Carribean, Riccardo: “Senza aiuto né informazioni”

Riccardo, italiano bloccato su una nave da crociera a Miami, ha chiesto aiuto al consolato e al ministro degli Esteri per poter tornare a casa.

Lo scorso 15 marzo una nave da crociera della Royal Carribean è stata fermata a largo di un’isola della Florida poiché sono stati scoperti due casi di positività al Coronavirus. Da quel momento in poi il personale è stato costretto ad osservare la quarantena a bordo della stessa nave. Al momento, dopo un mese di clausura, molti dei lavoratori si trovano a bordo senza sapere quanti sono i contagiati, né quando e come potranno uscire da questa situazione.

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L’allarme è giunto da un membro del personale di nazionalità italiana, Riccardo, che dal giugno scorso lavora a bordo della nave da crociera e che in marzo avrebbe dovuto fare ritorno in Sicilia. A raccogliere la storia ed il grido d’aiuto del ragazzo è stato il quotidiano siciliano ‘Corriere Etneo‘. Dopo aver spiegato che per 14 giorni la nave è rimasta attraccata a largo di un’isola priva, il giovane ha aggiunto: “Siamo rimasti in 1700, durante questi giorni – senza passeggeri, senza nulla – sono stati aperti i ristoranti, i bar e le piscine riservati ai clienti. Dal 28 occupiamo le cabine dei turisti. Io sono su questa nave da giugno dello scorso anno, dovevo tornare a casa il 24 marzo e invece sono rimasto bloccato”.

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Bloccato sulla nave da crociera, Riccardo: “Vorrei che il ministro degli Esteri facesse qualcosa”

 

Il giovane spiega che la situazione d’angoscia è acuita dalla mancanza d’informazioni e di assistenza medica qualificata: “In una mail di 3 giorni fa si parla di 135 positivi a bordo. Ma queste non sono notizie ufficiali. La maggior parte dei positivi, a quanto pare, sono asintomatici, altri accusano problemi di respirazione. Qui, dentro la nave ci sono soltanto infermieri, non preparati per una emergenza del genere”. Qualche giorno fa alcuni membri del personale sono stati sbarcati per essere portati in ospedale, ma gli altri non sono stati informati su quali fossero le loro condizioni.

Riccardo spiega inoltre che da qualche giorno tutto il personale è stato licenziato, dunque teme di non poter aver assistenza medica: “Non abbiamo, inoltre, alcuna copertura assicurativa, essendo stati annullati i contratti. Ho chiesto informazioni, qui dentro la nave. Mi è stato detto di stare tranquilli, che se dovesse succedere qualcosa a bordo ci sono gli infermieri che si prenderanno cura di noi. Ma se uno di noi sta male, quale ospedale, senza avere l’assicurazione, si prenderà cura di noi?”.

In realtà la settimana scorsa Trump ha assicurato che verranno curati gratuitamente anche quelli che non hanno un’assicurazione medica, dunque quel timore (giustificato dall’assenza d’informazioni) per fortuna è infondato. In ogni caso il giovane chiede l’aiuto della Farnesina per fare ritorno a casa: “Ho scritto una mail al console per spiegare la nostra situazione. Dal Consolato mi hanno risposto che sanno benissimo la situazione di questa nave e stanno seguendo la situazione, hanno parlato con la compagnia per incrementare le misure di sicurezza. Nient’altro. Vorrei che il ministro degli Esteri facesse qualcosa per noi e per gli altri italiani dell’equipaggio a bordo della nave”.

 

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