Indennità Coronavirus: bonus da 600 a 800 euro, ma non prima di maggio

Il secondo bonus per lavoratori cococo, precari e partite iva non dovrebbe arrivare prima della metà di maggio, ma dovrebbe arrivare a 800 euro.

Covid 19 Italia Conte

Siamo giunti al 20 aprile senza che il decreto ministeriale sulle riaperture e quello sui nuovi aiuti ai cittadini italiani sia stato approvato. Entro il 4 maggio dovrebbero riprendere alcune attività, ma non è ancora dato sapere quali e come queste riprenderanno. Fondamentale in tal senso sarà la riunione che i membri del governo avranno con il comitato tecnico-scientifico il prossimo 23 aprile. Entro la fine del mese, in ogni caso, dovrebbero essere comunicate le nuove indicazioni per affrontare l’inizio della fase 2, quella della convivenza con il virus.

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Entro fine mese dovrebbe essere comunicato anche il contenuto del decreto aprile, quello con il quale si stabilisce che tipologia di aiuti verranno forniti alle famiglie italiane in difficoltà in questo periodo. Prima di dare certezze su bonus, congedi e casse integrazioni, il governo attende di ottenere il via libera dall’Unione Europea. In quel caso il quantitativo di liquidi per le varie manovre di sostegno sarebbe superiore e permetterebbe al governo di aiutare maggiormente chi è in difficoltà.

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Bonus da 600 a 800 euro, ma non prima della metà di maggio

Il contenuto del decreto di aprile dovrebbe contenere un prolungamento delle settimane di cassa integrazione (finora 9 fino al 31 agosto) ed un aumento dell’indennità prevista per professionisti, cococo e partite iva, che passerebbe dai 600 di marzo agli 800 di aprile. Per ottenere gli 800 euro non dovrebbe essere necessario effettuare una nuova richiesta, bensì il bonus dovrebbe essere erogato a chi ha già fatto la richiesta il mese precedente. L’erogazione del bonus, previsto inizialmente per la fine di aprile, dovrebbe slittare a metà maggio. Dovrebbe essere compreso inoltre un bonus babysitter ed un reddito di emergenza per quelle famiglie che non posseggono né un reddito da lavoro né uno da pensione. Infine dovrebbe essere inserito un voucher vacanze per 3 notti in un albergo italiano sotto forma di reddito fiscale, per quelle famiglie che hanno un reddito inferiore ai 26mila euro l’anno.

Fabio Scapellato

Roberto Gualtieri

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