Scandalo Coronavirus in Usa: “Laboratori contaminati e tamponi in ritardo”

Secondo il Washington Post, i primi kit anti-Coronavirus erano difettosi a causa di una serie di violazioni degli standard di produzione nei centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta.

Il problema numero uno nella gestione dell’emergenza Coronavirus negli Stati Uniti sono i tamponi, o meglio la loro penuria e i ritardi nelle consegne. A confermarlo è il Washington Post, che oggi rivela come i primi kit americani per individuare i positivi fossero difettosi per un problema di contaminazione legato alla violazione degli standard di produzione da parte dei centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) nel laboratorio centrale di Atlanta.

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I prestigioso quotidiano cita fonti scientifiche e governative spiegando che dopo la scoperta i Cdc, la massima agenzia sanitaria del Paese, hanno impiegarono oltre un mese per risolvere il problema causando un ritardo nella somministrazione di effettuare i test. Con tutte le conseguenze che è facile immaginare in termini di contagi e vittime.

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Le falle che hanno aggravato l’emergenza Coronavirus negli Stati Uniti

In particolare, stando alle fonti scientifiche citate dal Washington Post la violazione degli standard di produzione da parte dei laboratori di ricerca federale di Atlanta ha determinato la contaminazione di uno dei tre componenti del test. Anche funzionari della Food and Drug Administration hanno confermato che i Cdc hanno violato i loro stessi standard di laboratorio nel produrre i kit, esponendoli così al rischio di contaminazione.

La parte interessata non era quella critica del test per individuare il Coronavirus, ma una volta scoperto l’errore i ricercatori dei Cdc hanno impiegato oltre un mese per correggerlo. Anche per questo è stata avviata un’inchiesta da parte del dipartimento della Sanità, incentrata lo sviluppo dei primi kit.

A tal proposito il portavoce dei Cdc, Benjamin Haynes, ha ammesso che nella produzione dei kit si è avuto “un controllo di qualità” sotto gli standard, ragion per cui l’agenzia ha “adottato un controllo di qualità rafforzato per affrontare il problema” che potrebbe essere stato provocato “da questioni di progettazione o produzione o possibile contaminazione”. Lo stesso Haynes ha comunque difeso il lavoro dei Cdc, ribadendo che i problemi iniziali sono stati poi risolti. Ma a caro prezzo.

EDS

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