Estate 2020, il parere del virologo: “Ad agosto vedo spiagge mezze vuote”

Secondo il virologo Pregliasco la prossima Estate sarà condizionata dal Coronavirus: spiagge semi deserte e controllate per evitare una seconda ondata.

Era nell’aria già da tempo, ma da circa un’ora è ufficiale: il lockdown dell’Italia è stato prolungato fino al 3 maggio. Altre due settimane di quarantena dunque per gli italiani che saranno costretti a passare a casa anche le festività del 25 aprile (festa della liberazione) e dell’1 maggio (festa dei lavoratori). La speranza è che la curva dei contagi continui a scendere come fatto negli ultimi giorni e che, per l’ennesima data fissata, dopo l’ultimo termine fissato si possa cominciare a riprendere con la “normalità“.

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Impossibile allo stato attuale, attendersi una riapertura di tutte le attività. Probabile, infatti, che continueranno a rimanere chiusi i ristoranti, i bar ed i pub, così come discoteche, palestre, piscine e centri benessere. Lo stesso dicasi per i trasporti e per la possibilità di spostarsi liberamente da casa. Lo stesso Conte, infatti, durante l’annuncio non se l’è sentita di fare promesse agli italiani. Per quanto riguarda l’estate? Al momento è presto per fare previsioni, ma una riapertura totale per il periodo estivo scongiurerebbe perdite economiche altrimenti gravose, specie per un Paese come il nostro in cui il turismo gioca un ruolo importante per l’economia.

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Estate 2020, il parere del virologo: “Ad agosto vedo spiagge semi vuote”

Sulla prossima stagione estiva, durante il programma di Radio Rai 2 ‘Non è un Paese per Giovani’ è stato chiesto un parere al virologo Fabrizio Pregliasco. Questo ha risposto candidamente che le previsioni al momento non sono rosee: “Se immagino il prossimo agosto vedo delle spiagge mezza vuote, con distanze di sicurezza, contingentamento e quant’altro. Perché davvero io credo che il rischio di una seconda ondata sia alle porte in diversi contesti regionali, in Lombardia, nella bergamasca, purtroppo, che è stata in qualche modo devastata da questo tsunami“.

Ma se la Lombardia è la regione che per ovvi motivi rimane più a rischio, dal pericolo della seconda ondata non si salverebbero nemmeno le altre: “Nelle altre zone, per fortuna, per la loro anticipazione di questo blocco ha conservato un bel pò di persone ancora suscettibili. Quindi c’è la necessità di continuare ‘azione a livello domiciliare, di individuazione dei casi, dei contatti stretti, per poter bloccare coloro che potrebbero essere focolai che tentano di riemergere”.

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