Wet market, che cosa sono e perché andrebbero chiusi

Scopriamo cosa sono i Wet Market asiatici e quali sono le ragioni per cui gli epidemiologi ritengono che andrebbero chiusi per sempre.

Già da prima che la pandemia di Coronavirus si diffondesse nel mondo, gli esperti avevano rintracciato nel wet market di Wuhan la zona in cui era cominciata la diffusione della malattia. Questo perché si ritiene che il Covid-19 sia un coronavirus da tempo presente nei pipistrelli che ha effettuato lo spillover (la mutazione che gli ha permesso di fare il salto di specie. Nel mercato della carne della città cinese, proprio i pipistrelli sono una delle carni più ricercate e mangiate. Per essere chiari, prima di spiegare cos’è un wet market e perché potrebbe essere l’origine della pandemia, è bene chiarire che è stato spiegato che il virus non può essere trasmesso tramite ingestione di carne cucinata.

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I wet market, sono dei mercati all’aperto in cui si vende qualsiasi tipo di cibo e carne. Il nome, che tradotto alla lettera significa “Mercati bagnati“, deriva da una delle sue caratteristiche principali. Qui, infatti, gli animali vengono tenuti vivi e macellati sul posto quando il compratore li richiede. I venditori non rispettano alcuna condizione di igiene ed è facile che in un simile contesto sia gli animali che chi li vende possano sviluppare delle patologie di vario genere.

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Wet Market, perché andrebbero chiusi

Questo genere di mercati è tipico di determinate zone del mondo tra cui l’Asia. Già da qualche tempo in Vietnam sono stati chiusi e dopo la diffusione del Covid-19, anche il governo cinese ne ha richiesto la chiusura. Sul perché vadano chiusi si discute già da prima dell’esplosione della pandemia. Prima di tutto perché gli animali condotti in tali mercati vengono tenuti in condizioni di cattività e maltrattati finché non vengono uccisi per il compratore. In secondo luogo diversi studi dimostrano che il contatto costante con animali vivi possa portare alla diffusione di nuove malattie di tipo infettivo.

Matteo Cupi, dell’associazione Animal Equality, ha spiegato al ‘Corriere’: “Non solo questi mercati sono estremamente crudeli per gli animali, ma la ricerca scientifica ha dimostrato il loro legame con le epidemie di malattie di origine animale, dimostrando che sono anche una minaccia immediata per la salute e la sicurezza pubblica”. A sostenerlo non è solo l’associazione animalista, ma sono gli studi sulle diffusioni virali. Sia i Centers for Disease Control che il One Healt negli Usa, concordano nel dire che 6 malattie su 10 tra quelle conosciute dall’uomo sono di origine animale. Inoltre 3 delle 4 malattie virali sviluppatesi negli ultimi anni derivano dal contatto tra gli animali e l’uomo, il Covid-19, la Mers o la Sars per citare le più conosciute.

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