Sangue dei guariti per trattare il Coronavirus | dalla Cina risultati incoraggianti

Nei giorni scorsi era sorta la pista che porta a compiere delle trasfusioni di sangue di chi ha battuto il Coronavirus nei pazienti malati. Le novità.

Coronavirus sangue
Per trattare il Coronavirus sangue dei guariti Foto dal web

Da alcuni giorni è partita una sperimentazione per cercare di porre un possibile rimedio alla emergenza sanitaria da Covid 19 Italia. Riguarda l’impiego di sangue prelevato da soggetti che hanno avuto il Coronavirus e che sono guariti.

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Precursore in questo procedimento è la Cina, dove i ricercatori della Shanghai Jiao Tong University School of Medicine hanno trattato un gruppo di pochi soggetti proprio sulla base di sangue preso da chi è riuscito a sconfiggere la malattia che sta mettendo in ginocchio il mondo intero. I risultati di questo studio sono anche stati pubblicati sulla rivista specializzata di settore ‘Pnas’. Si parla di plasma convalescente, che è anche il nome della terapia in questione. In base a quanto affermato dai ricercatori cinesi, si parla di miglioramenti importanti riscontrati già dopo 3 giorni. In particolare sono 10 i pazienti che hanno fatto da soggetti per tale sperimentazione. Sono tutti di età diversa, compresa tra i 34 ed i 78 anni ed alle prese nelle scorse settimane con il Covid-19 e nello specifico con delle gravi polmoniti.

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Coronavirus sangue, la terapia preliminare mostra risultati incoraggianti

Una trasfusione di 200 ml di plasma convalescente in ognuno di loro sembra sia servita ad attenuare in maniera importante quelli che sono i sintomi più comuni da Coronavirus. Problemi respiratori, febbre, tosse e dolore al petto sono diventati meno intensi. Inoltre i pazienti in questione hanno riscontrato un aumento dei linfociti, con un conseguente rafforzamento dei globuli bianchi. Inoltre gli studiosi confermano anche il miglioramento della funzionalità epatica e polmonare ed una riduzione dell’infiammazione. E c’è dell’altro: i livelli degli anticorpi, anche a seguito della trasfusione, sono rimasti a livelli alti. Cosa altrettanto importante è che non ci sarebbe nessun effetto collaterale. Gli stessi autori di questa terapia sottolineano ad ogni modo la necessità di compiere ulteriori studi. Ma hanno fiducia che questi risultati, anche se preliminari, andrebbero approfonditi allo scopo di giungere ad un trattamento vero e proprio che possa essere efficace.

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