Lukaku attacca il sistema: “C’era bisogno di un positivo per bloccare tutto”

Romelu Lukaku si scaglia contro il sistema calcio, accusando i dirigenti di aver perso troppo tempo prima di bloccare le competizioni.

Prima che la pandemia di Coronavirus divenisse un evidente problema globale, si è discusso a lungo sulla necessità di interrompere le partite di calcio in questo momento di crisi. Quando il virus si è diffuso in Lombardia, infatti, la Serie A non è stata interrotta, anzi in molti stadi si giocava con la presenza di pubblico. Solo dopo che il governo è intervenuto il campionato di calcio è stato sospeso.

Leggi anche ->Serie A, Spadafora sulla ripresa del campionato: “Impossibile il 3 maggio”

Lo stesso iter è stato applicato agli altri campionati europei, interrotti solo dopo che un calciatore o più d’uno è risultato positivo al Covid-19. L’aver permesso di giocare le partite ha permesso al virus di diffondersi, non solamente tra i calciatori e lo staff delle squadre, ma anche tra i tifosi, fungendo da strumento di propagazione. Chiaramente la causa della diffusione non è da attribuire esclusivamente agli eventi sportivi, ma è altrettanto chiaro che eventi in cui  è prevista la presenza di migliaia di persone sono altamente a rischio.

Leggi anche ->Serie A, Gravina assicura: “Assegneremo lo scudetto anche se non si gioca”

Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI

Lukaku attacca il sistema: “La salute viene prima di tutto”

Ad essere perplesso sul ritardo della decisione e sulla possibilità di una riapertura del campionato è anche Romelu Lukaku. L’attaccante dell’Inter ha spiegato nel corso di una diretta Instagram organizzata dalla Puma: “La salute viene prima di ogni cosa”. Il calciatore belga si chiede poi per quale motivo si parli ancora di calcio: “Perché dobbiamo giocare se nel mondo c’è gente che rischia la vita?”. Quindi aggiunge: “Eppure è necessario che il giocatore della Juve sia positivo affinché il calcio si fermi: è normale tutto ciò? No, non è normale”.

Da amante del calcio e della sua professione, il belga ammette che gli manca quella parte della sua vita, ma dice anche che al momento non è importante. A conclusione delle diretta infatti aggiunge: “Ammetto che il calcio mi manca, però adesso l’importante è la salute della gente. Tutto il resto è secondario”. Messaggio chiaro: di calcio torniamo a parlare quando tutto questo sarà finito.

Impostazioni privacy