Lodi e Bergamo frenano il Coronavirus: “Interventi di soccorso giù del 50%”

Il dato positivo è stato comunicato dal presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, durante la conferenza stampa della Protezione civile sull’emergenza Coronavirus.

In Lombardia, e in particolare a Lodi e Bergamo, tristemente note come le zone più colpite dal Coronavirus, il numero di eventi respiratori infettivi per i quali è stato richiesto l’intervento di mezzi di soccorso della Regione segna una marcata riduzione. “Rispetto al 14-15 marzo siamo alla metà di interventi sul territorio”, ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, durante la conferenza stampa della Protezione civile. Una dato che lascia ben sperare per i prossimi giorni.

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Primi segnali di speranza dalle aree più colpite dal Coronavirus

“Anche in questa giornata i dati – con la sola eccezione dei deceduti, per i quali ripeto ancora per vedere un effetto serve un intervallo temporale maggiore – sono dati in linea con quelli degli ultimi giorni: calano i positivi, pur a fronte di tamponi non inferiori ad altri giorni, quello dei ricoverati in terapia intensiva non è più marcatamente alto come a inizio scorsa settimana”: così ha detto Franco Locatelli, aggiungendo che “in Lombardia, in particolare, a Lodi e Bergamo, le zone più colpite, il numero di eventi respiratori infettivi per cui sono stati chiamati mezzi di soccorso della Regione, è marcatamente ridotto: rispetto al 14-15 marzo siamo alla metà di interventi sul territorio”.

“Stiamo andando nella direzione giusta e non dobbiamo minimamente cambiare strategia – ha proseguito il medico -. Non sarà un processo di ritorno alla normalità dal niente al tutto, sarà graduale, ma l’obiettivo è riuscire a contenere la situazione adesso, prevenire ulteriori focolai epidemici, specie come quelli visti e ripristinare il più possibile un normale stile di vita”. Quindi l’esperto ha chiarito che “certamente ci sarà un prolungamento” delle misure ma la decisione sulla durata “è una scelta che spetta al decisore politico”, al presidente del Consiglio e al Consiglio dei Ministri. “Stiamo vedendo dei risultati – ha concluso – e questi risultati non li avremmo ottenuti senza le misure di contenimento. E questa è una ragione per continuare a fare questi sacrifici”.

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