Don Alessio in corsia per il Coronavirus: “Il mio modo di amare il prossimo”

Don Alessio ha deciso di tornare in corsia per dare una mano a medici e infermieri costretti a confrontarsi con l’emergenza sanitaria.

Ci sono storie che in questo periodo riescono un minimo a risollevarci a farci intravedere un barlume di speranza in un contesto in cui la paura e l’incertezza regnano sovrane. Sono storie di uomini e donne che affrontano il pericolo e non si tirano indietro dinnanzi alle difficoltà. Persone che hanno deciso di mettere a rischio la propria incolumità fisica per cercare di salvare quante più persone possibile. Di questa categoria di coraggiosi fa sicuramente parte Don Alessio Strapazzon, 37enne sacerdote di Castellavazzo, Codissago e Podenzoi, che ha deciso di rientrare in corsia.

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Dallo scorso 23 marzo, infatti, il sacerdote non solo dà sostegno morale ai fedeli, ma lavora al fianco dei medici nel reparto di pneumatologia dell’Ospedale San Martino di Belluno. Lì si affronta l’emergenza Coronavirus, ed il sacerdote infermiere fa quello che può per aiutare quelle persone che soffrono: “Il Signore ci ha insegnato ad amare il prossimo. In questo momento, per me, amare il prossimo significare rientrare in corsia. L’altro ieri ho fatto il mio primo turno, mi sono sentito bene”.

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L’incoraggiamento del sindaco: “Don Alessio è un grande”

La coraggiosa scelta di Don Alessio è apprezzatissima e incoraggiata anche dal Vescovo della sua diocesi – Renato Marangoni – e da tutti gli altri componenti della comunità ecclesiale. Una volta conosciuta, infatti, gli hanno promesso sostegno e preghiere costanti. Persino il sindaco di Longarone ha mostrato grande apprezzamento per il sacerdote-infermiere, dicendo: “Don Alessio è un grande, siamo tutti con lui, con i suoi colleghi infermieri ed i medici”.

In passato, spiegano su ‘Avvenire‘, Alessio aveva deciso di intraprendere la carriera infermieristica per poter dare una mano agli altri. Nel campo, infatti, possiede una certa esperienza che vuole mettere a frutto in questo momento storico delicato. Nell’intervista concessa al sito cattolico, il sacerdote spiega perché ha deciso di rientrare in corsia: “L’idea di essere infermiere, di poter aiutare in qualche modo, e pensare a tutti i colleghi che in questo momento stanno lavorando tanto e stanno dando tutto quello che hanno, in un certo modo non mi concedeva di stare a casa perché nel cuore io avevo bisogno di dare la mia disponibilità, di aiutarli, perché si è tutti una grande famiglia”.

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