Coronavirus, Mutti aumenta gli stipendi e donazione all’ospedale di Parma

In piena emergenza Coronavirus il Gruppo Mutti ha deciso di venire incontro ai propri dipendenti con un aumento dello stipendio del 25%. 

“Abbiamo ritenuto fondamentale intervenire economicamente a supporto del territorio dove operiamo per dare il nostro sostegno a una struttura d’eccellenza che si trova a lavorare, tutto il giorno, in condizioni d’emergenza, impegnandosi in prima linea per la salute dei pazienti. Oggi, oltre alla vicinanza spirituale e al rispetto delle regole, alle strutture servono fondi per sostenere il loro operato e il nostro Paese. Chi può, deve intervenire”. Con queste parole Francesco Mutti annuncia la decisione di devolvere 500.000 euro all’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma che oggi, come tutte le strutture sanitarie nazionali e regionali, è in prima linea per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Ma non è l’unica novità.

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La risposta del Gruppo Mutti al fenomeno Coronavirus

Il Gruppo Mutti sta predisponendo diverse donazioni a livello nazionale, tra cui l’invio dei suoi prodotti all’Emporio Solidale di Parma e all’Ospedale da Campo di Bergamo. “La necessità di un intervento – spiega ancora Francesco Mutti – si è resa evidente di fronte ai numeri che l’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma rileva ogni giorno e che rappresentano non solo pazienti ma nomi e volti delle famiglie oggi direttamente colpite dalla pandemia. Il Gruppo Mutti, da parte sua, è anche impegnato a garantire la disponibilità del bene primario del cibo, fondamentale come la salute”.

“Per questo – continua il manager – oltre all’attivazione di una copertura assicurativa extra relativa al Covid-19 per i dipendenti a tempo indeterminato e determinato, abbiamo disposto una maggiorazione del 25% sulla retribuzione di coloro che, anche in questi giorni, stanno permettendo alla nostra azienda e, al Paese stesso, la continuità produttiva. Intendo sia tutto il personale impiegato nel processo produttivo e nella logistica, sia i soggetti cooperativi del nostro indotto”. Una lezione di cui far tesoro.

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