Coronavirus Italia | troppi furbi in giro | ora c’è il carcere

La situazione Coronavirus Italia compromessa dalla irresponsabilità di fin troppa gente che se ne va in giro nonostante i divieti necessari. Ora si cambia.

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Coronavirus Italia troppa gente in giro ed ora le pene diventano più aspre FOTO viagginews

Niente indulgenza per chi, nel pieno dell’emergenza Coronavirus Italia, viene trovato a circolare senza una adeguata giustificazione od i necessari permessi.

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Ci sono fin troppi irresponsabili che non hanno evidentemente capito la gravità della situazione e si sono fatti beccare in strada a passeggio come se niente fosse. Per questo motivo le norme in vigore diventano ora più severe, come emerge dal nuovo modello di autocertificazione in vigore da ieri. Tale modello va compilato e portato con sé per essere mostrato alle forze dell’ordine. Con esso si dichiara di non essere malati né in quarantena domiciliare. E chi mente rischia 12 anni di carcere per reato contro la salute pubblica. Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, dichiara: “Siamo pronti a compiere scelte coraggiose pur di fermare il virus”. Tra le quali per l’appunto sanzioni assai più severe per i trasgressori.

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Coronavirus Italia, ora pene più dure per i trasgressori

C’è fin troppa gente in giro e questo favorisce il proliferare del Coronavirus in tutta Italia, a dispetto di quanto contenuto nel decreto promulgato dal Governo due settimane fa. Sono i governatori delle varie Ragioni in particolare a denunciare la fin troppo elevata presenza di persone in giro. Esemplificativo l’esempio della Lombardia: tramite tracciatura dei tabulati dei telefonini, le autorità hanno scoperto che il 40% delle persone non era a casa. Da qui la necessità di emanare la nuova autocertificazione. Con la stessa viene dichiarato il motivo urgente che porta un individuo a scendere in strada, con tanto di voce in cui la persona afferma di non trovarsi in quarantena. Dall’11 al 15 marzo sono emerse ben 30mila denunce. Lunedì 16 marzo invece le sanzioni sono state 8mila, tra le quali anche alcuni esercizi commerciali ai quali è stata sospesa la licenza.

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