Il ‘Corriere della Sera’ racconta il caso di positività al Coronavirus del Vigile Urbano di Roma, che denuncia la carenza di materiale protettivo per gli agenti.
Il ‘Corriere della Sera’ è venuto a conoscenza del caso di contagio del vigile urbano di Roma solo 5 giorni dopo la scoperta positività. A quanto pare l’agente si è sentito male, ha avuto un mancamento, mentre si trovava in servizio. I colleghi hanno quindi allertato l’ospedale Spallanzani e lo hanno condotto lì per un esame. Qui i medici gli hanno chiesto se avesse avuto contatto con qualcuno contagiato e se avesse fatto uso del materiale di protezione personale.
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L’agente si è sentito in imbarazzo ed ha risposto: “I medici dello Spallanzani mi hanno chiesto: ma voi li avete gli strumenti di protezione? Io mi sono sentito quasi in imbarazzo… Sì, ce l’abbiamo, ho risposto, in quanto forze di polizia…”. Una bugia a fin di bene, poiché le mascherine erano finite l’11 marzo (giorno in cui ha accusato il malore). Ad ammetterlo è lo stesso vigile urbano che aggiunge: “In realtà – ha aggiunto il contagiato -mercoledì sono tornato al lavoro e le mascherine erano finite”. In ogni caso il vigile è stato sottoposto al tampone ed è risultato positivo al coronavirus.
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Vigile urbano positivo al Coronavirus: “Da casa ho avvisato il Comando dell’esito”
Una volta avuto il risultato del test e scoperto di aver contratto il Coronavirus, il Vigile ha avvisato immediatamente il comando affinché fossero messi in sicurezza sia i veicoli che le stanze in cui era stato i giorni prima: “Da casa ho avvisato il mio Gruppo dell’esito positivo anche al fine di attivare i prescritti protocolli per la sanificazione dei veicoli e dei locali e per l’adeguata informazione ai colleghi con i quali ero stato a contatto”. Il collega che era con lui quella mattina ed un altro con cui era stato a contatto sono stati posti in isolamento fiduciario in casa per 14 giorni.
In seguito a questo caso, i sindacati uniti hanno chiesto rassicurazioni al comando dei vigili urbani chiedendo a gran voce i Dpi per gli agenti in servizio e minacciando di non rientrare in servizio qualora non ci fossero: “Senza garanzie per la sicurezza e la nostra salute, bloccheremo i servizi esterni”.