Mercato vende e cucina topi e rettili vivi: paura per un nuovo contagio

In un mercato Vietnamita, a sole 11 settimane dall’inizio del contagio da Coronavirus, ancora si cucinano topi e rettili vivi. Paura per il contagio. 

Topi, rettili e altri roditori sono ancora venduti in un mercato del Vietnam, il Thanh Hoa Bird, specializzato nella vendita di animali. Le creature sono uccise sul posto e alcune vengono cucinate per i clienti che vogliono mangiarli. Le condizioni sanitarie sono pessime. Sono passate a malapena 11 settimane da quando si ritiene sia originato il Coronavirus, in un mercato simile, a Wuhan.

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Eppure nel mercato di Thanh Hoa, e in altri simili mercati in tutto il mondo, queste compravendite continuano. Anche quelle di cani rabbiosi. La paura che possa svilupparsi un nuovo virus è molta e si ritiene necessario bannare questi tipi di mercati che vendono animali selvaggi. La Cina lo ha fatto con la vendita e il mangiare animali selvaggi, in un tentativo di controllare il Coronavirus. Prima, al mercato di Wuhan, erano venduti serpenti, topi e pipistrelli. In molti altri Paesi, però, questi tipi di mercati continuano a operare. Gli esperti avvertono che questi mercati possono portare a malattie zoonotiche, trasmesse dagli animali o dagli insetti agli esseri umani. “Alcuni uccelli sono intrappolati in delle gabbie, con le zampe legate. I venditori cuciono i loro occhi, gli spezzano le ali, gli strappano le piume e usano dei mini gas per cucinarli vivi“, queste le parole terribili di un frequentatore del mercato.

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Stop alla crudeltà sugli animali nei mercati

Giorni fa, dopo molte pressioni, il governo ha ordinato al Ministero dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale di emanare un decreto sugli mercati che trattano animali selvatici entro il 1 Aprile. Come dice Mai Nguyen, della Humane Society International, questa è una necessità sia per la sicurezza pubblica, che per fermare la crudeltà e le barbarie commesse sugli animali.

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