Coronavirus, punto di non ritorno in Lombardia: circa 700 in terapia intensiva

L’emergenza Coronavirus non dà tregua alla Lombardia che sta vivendo una situazione fuori dal comune: quasi terminati i posti in terapia intensiva 

Il Covid-19 continua a spostarsi senza interruzione in Lombardia. Dopo Bergamo e Brescia, ora è Milano la zona più contagiata: tra venerdì e ieri si sono registrati 244 nuovi positivi, che salgono da 1307 a 1551. Il professor Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive al Sacco ha affermato: “Stiamo facendo di tutto perché il virus non conquisti la città”. Poi ha aggiunto: “Ricordiamoci che i casi diagnosticati riguardano persone sintomatiche, che sono solo una parte del reale”. La Lombardia ha così ben 11658 positivi (1865 in più) con 732 pazienti ricoverati in terapia intensiva: i morti sono arrivati quasi a mille. Un’emergenza senza eguali che sta mettendo in ginocchio l’Italia, ma che si è già diffusa a macchia d’olio in Europa con i casi positivi in Spagna e Francia che aumentano sempre di più.

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Coronavirus, Gallera lancia l’allarme in Lombardia

E così il Comune di Milano ha messo a disposizione cento posti all’obitorio e ha cambiato il regolamento riducendo da trenta a cinque i giorni per decidere dove seppellire i defunti. Così il presidente della Regione, Attilio Fontana, ha svelato anche Guido Bertolaso come consulente della Lombardia per reperire «sul mercato internazionale monitor e respiratori» destinati a un nuovo ospedale alla Fiera. Infine, l’assessore al Welfare Giulio Gallera ha rivelato senza troppi giri di parole: “Sono vicini al punto di non ritorno. Abbiamo pochissimi posti liberi nelle terapie intensive, ormai siamo nell’ordine di quindici, venti a disposizione. Se ogni giorno arrivano 85 persone in terapia intensiva e ne escono due o tre, è evidente che tutto questo non è sufficiente”.

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