Coronavirus, Robert Gallo: “L’epidemia si diffonde da est a ovest, non al sud”

L’esperto epidemiologo Robert Gallo, il primo ad identificare l’Hiv, ha spiegato che dai modelli risulta che il coronavirus si diffonde da est a ovest.

Al momento gli esperti non hanno certezze sul Coronavirus, né per quanto riguarda una possibile cura né sulla resistenza a condizioni meteo avverse. Tuttavia l’esperto Robert Gallo, uno degli scopritori dell’Hiv e creatori del primo test diagnostico per rilevarlo, ha spiegato ad ‘Adn Kronos‘ che il virus potrebbe non diffondersi al sud ed al nord del mondo. Al momento si tratta solamente di una ipotesi legata ai dati di diffusione a disposizione, dunque non vi è certezza. Tanto più, spiega l’esperto che: “L’epidemia in corso in Italia non è esattamente come quella che si è verificata in Cina”.

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Tuttavia dai dati a disposizione parrebbe che il Coronavirus si sposti da est ad ovest: “Non credo sia scontato che il nuovo coronavirus si diffonderà in maniera sostenuta anche al Sud perché, mappamondo alla mano, stiamo notando una diffusione da Est a Ovest e viceversa, piuttosto che da Nord a Sud. Se guardiamo appunto il globo, vediamo che il virus, ad esempio, non si è diffuso in Russia, come nemmeno in Africa. Non sappiamo ancora perché, forse è un fattore legato alle temperature, forse no. Ma è un elemento che ha senso tenere in considerazione”.

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Coronavirus, Robert Gallo: “Sono state prese le giuste decisioni”

Lo stesso Dottor Gallo esprime successivamente un parere sulle misure adottate dal governo in questi giorni. Alcuni infatti ritengono che aver esteso le restrizioni a tutta Italia possa essere stato un gesto avventato, ma lui li smentisce: ” ​È difficile dare consigli, da qui soprattutto, ma penso che le misure decise dal governo non siano di certo una reazione eccessiva. Sono state prese le giuste decisioni. Quello che succederà nei prossimi giorni nel vostro Paese dipenderà dalla risposta delle persone. Spero che gli italiani ascolteranno i consigli del governo”.

In conclusione lo scienziato spiega che allo stato attuale di sperimentazione non si possa e non si debba parlare di un vaccino. Il motivo è molto semplice, i test iniziali non sempre danno risultati positivi sull’uomo, quindi dice: “Il mio punto di vista è che bisogna parlare di un vaccino e fare previsioni su quando potrà essere utilizzato su larga scala solo una volta che se ne è dimostrata l’efficacia almeno sulle scimmie. Le ipotesi si potranno fare quando si avrà un candidato che si dimostra promettente. Il resto sono solo parole, perché abbiamo molti esempi di vaccini che passando ai test sull’uomo hanno fallito”.

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