Mamma disperata mentre un folle interrompe 2 volte il funerale del neonato

Sophie Baldam, 22 anni, ha perso suo figlio Zachary a causa di una malattia cardiaca a gennaio. Il corteo che ha preceduto il funerale del piccolo è stato interrotto due volte.

Oltre al danno anche la beffa. Una giovane madre in lutto si è trovata a piangere lacrime amare dopo che un autista sconsiderato ha interrotto due volte il funerale di suo figlio, morto ad appena 10 mesi. Sophie Baldam, 22 anni, ha perso il piccolo Zachary Patrick Torrington-Green a causa di una malattia cardiaca lo scorso gennaio: il neonato non è sopravvissuto a una delcata operazione che avrebbe dovuto salvargli la vita.

Lo scorso 3 marzo, giorno dei funerali, era previsto l’ultimo salito al bimbo: una cerimonia a cui i suoi familiari e amici tenevano moltissimo dato il suo significato simbolico. Tutti si sono radunati a casa di Sophie a Birchwood, nel Lincolnshire (Inghilterra), dopo di che 7-8 vetture – compresa una carrozza trainata da cavalli – sono partite per il Lincoln Crematorium a Washingborough Road. Ma non è andata come programmato.

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Un funerale da dimenticare

A soli 15 minuti dall’inizio del viaggio, un automobilista si è infilato nel bel mezzo del corteo nello shock generale, come riferisce il Lincolnshire Live. “Non è andata affatto come avevo immaginato – ha raccontato Sophie -. Come si può essere così scortesi?”. L’ignaro autista sha seguito il corteo finché la sorella di Sophie fnon è scesa dalla macchina e gli ha chiesto di accostare. Ma non è servito: di lì a poco il corteo è stato interrotto una seconda volta.

“Mia sorella è dovuta scendere di nuovo dall’auto”, ricorda amaramente Sophie. “Siamo stati separati dal traffico più volte, ma devo anche dire che molte macchine si sono fermate per lasciarci passare”. Alla fine la famiglia è arrivata al crematorio per una commovente cerimonia che ha lasciato tutti i lacrime. Ma anche con tanta rabbia per una così plateale mancanza di rispetto del dolore altrui. “Sembra una cosa di poco conto, ma quel giorno non lo era – conclude Sophie -. Voglio che le persone pensino a come si sentirebbero al nostro posto”.

EDS

 

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