Coronavirus: nuove misure se la progressione non si riduce entro 2 settimane

Ospite di ‘Piazzapulita’, il primario dell’Ospedale Sacco ha spiegato che con il Coronavirus ci troviamo ad un bivio ed entro 2 settimane avremo risposte.

Allo stato attuale, l’emergenza Coronavirus appare in costante progressione. La delineazione delle zone rosse dopo lo scoppio del contagio non è bastata a contrastare la diffusione del Covid -19 ed il governo si è visto costretto a disporre nuove restrizioni per tutto il Paese. L’obbiettivo è quello di impedire che il contagio diventi esteso anche in altre zone e che il numero dei malati sia troppo alto da essere gestito. Nel caso in cui si verificasse uno scenario del genere, infatti, non ci sarebbero abbastanza posti letto in rianimazione per tutti quelli che ne avrebbero necessità.

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Difficile, dunque, comprendere quale possa essere l’evoluzione del contagio nelle prossime settimane. Gli esperti hanno già detto giorni fa che il picco si avrà tra fine marzo ed aprile e che dopo quel periodo la curva di progressione del virus dovrebbe scendere. Ciò che nessuno può prevedere è in che misura il contagio crescerà nelle prossime settimane. A spiegarlo ieri sera a ‘Piazzapulita‘ è stato il primario dell’Ospedale Sacco di Milano, il professor Massimo Galli.

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Coronavirus, emergenza al bivio: entro due settimane si capirà se sarà necessario applicare ulteriori restrizioni

Interrogato sulle misure approvate dal governo e sulla tempistica di risoluzione dell’emergenza dal conduttore Corrado Formigli, il professor Galli ha spiegato che ci troviamo ad un bivio. Gli scenari possibili al momento, dunque, sono due: o entro due settimane saremo riusciti a contenere i contagi (dunque il peggio sarebbe passato) oppure “La faccenda diventerebbe più pesante da gestire”. A suo avviso, inoltre, è quasi certo che sarà necessario imporre ulteriori misure restrittive. Lo stesso primario ha spiegato che già oggi le strutture sono al limite della sostenibilità. Il problema, dunque, è che in caso di ulteriore sovraccarico sarà difficile formare altro personale capace di gestire emergenze in così poco tempo.

 

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