Padre tortura il figlio di 7 anni: il bimbo viene trovato sepolto nel cemento

Un padre colpevole di abusi e torture ai danni del figlio di sette anni viene condannato a 72 anni di reclusione dopo che il bimbo viene trovato morto.

Un continuo maltrattamento dovuto alla natura malvagia del padre è costato la vita a Caden McWilliams, bimbo di appena 7 anni. Il suo corpo privo di vita è stato trovato sepolto nel cemento, all’interno di una gabbia per cani, nel dicembre del 2018. Gli investigatori hanno immediatamente sospettato del padre, Leland Pankey, già condannato per abuso e violenze ai danni della moglie. Dall’autopsia, infatti, è risultato che il piccolo aveva fratture al cranio, al busto e agli arti. Inoltre il suo peso era inferiore alla norma e questo fa pensare che l’uomo l’abbia volutamente affamato.

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Sebbene non sia stato possibile determinare con certezza la data della morte del piccolo, si pensa che Caden sia morto nel luglio del 2018. Dalla ricostruzione processuale è emerso che il bambino veniva tenuto imprigionato in una gabbia e lasciato in balia delle condizioni atmosferiche senza acqua né cibo. La morte, dunque, potrebbe essere stata causata dalla malnutrizione e dal caldo eccessivo dell’estate.

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Padre uccide e seppellisce il figlio: condannato a 72 anni di reclusione

Secondo quanto riportato dal ‘Mirror‘, a distanza di poco più di un anno dal ritrovamento del cadavere si è concluso anche il processo ai danni dei due genitori. La corte di Denver ha infatti condannato la madre a scontare 32 anni di carcere per non aver denunciato gli abusi del marito e aver lasciato morire il figlio. L’uomo invece è stato condannato a 72 anni di carcere per omicidio volontario.

Prima della pronuncia della sentenza, l’avvocato dell’accusa ha dichiarato: “Si tratta di uno dei casi più terrorizzanti mai trattati dall’ufficio del pubblico ministero di Denver. I reati di Panckey erano intenzionali, deliberati, pianificati, insensibili, egoistici e privi di qualsiasi umanità e senso di pietà. Scioccano la coscienza collettiva e sono incomprensibili per la gente di Denver”.

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