Coronavirus, fuga dalle zone rosse: uomo di Codogno beccato a Firenze

Continuano i tentativi di fuga dalle zone rosse, isolate poiché focolai del coronavirus. Un uomo di Codogno è stato beccato a Firenze dai militari.

Coronavirus Italia aggressione
Coronavirus Italia aggressione FOTO viagginews

La quarantena richiesta dal governo per le zone focolaio dell’infezione da Coronavirus sta stretta a molti cittadini della bassa lodigiana. In questi giorni, infatti, sono stati diversi i tentativi di fuga bloccati dalle forze dell’ordine. Il modus operandi dei fuggitivi è stato sempre lo stesso: evitare i check point passando attraverso i campi. Finora sono state 5 le persone intercettate dai militari messi a controllo delle zone rosse. I motivi dei loro tentativi di evasione vanno dal desiderio di andare a trovare la fidanzata a quello di rifugiarsi a casa di un amico per sfuggire alla misura restrittiva.

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Il caso più eclatante, però, riguarda un uomo originario e residente a Codogno, paese epicentro dell’epidemia di Coronavirus in Italia. Proprio da qui, infatti, si è diffuso il contagio nel nostro Paese. Questo è stato trovato da una pattuglia di militari a Firenze, sorpresi dal vedere nel suo documento il luogo di nascita e di residenza. A quel punto gli hanno chiesto come mai si trovasse in Toscana, cercando di capire se fosse uscito dalla zona i contenimento prima della quarantena.

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Coronavirus: il fuggiasco denunciato per violazione dei provvedimenti per pubblica sicurezza

L’uomo ha raccontato loro di aver aggirato i controlli mostrando un documento medico. Pare infatti che fosse atteso ad un controllo per gravi problemi di salute, probabilmente in un ospedale lodigiano. Invece di recarsi al controllo, però, l’uomo si è diretto a Firenze, probabilmente a casa di un amico, per sfuggire ai 15 giorni di isolamento. La sua scelta ha messo in pericolo gli abitanti di una Regione in cui sono già stati riscontrati 4 casi di positività al virus. Il fuggiasco è stato riportato nella zona di contenimento e denunciato per “violazione dei provvedimenti dell’autorità per motivi di pubblica sicurezza”. I sei tentativi di fuga sono anche costati una reprimenda al prefetto di Lodi, il quale però ha sottolineato come gli altri abitanti della zona si siano comportati in maniera esemplare.

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