L’amore al tempo del Coronavirus, la storia a distanza di Matteo e Melissa

L’emergenza coronavirus non è solo contagi, quarantena, decessi e paura, ma ha anche dei volti umani, come quelli di Matteo e Melissa.

In questi giorni si è detto, a ragione, che l’emergenza coronavirus va ridimensionata. Dopo che i primi casi sono emersi, infatti, parte della popolazione si è fatta prendere dal panico. La paura, sebbene come sentimento umano è ben giustificato, non ci deve essere. Questo perché proprio questa atmosfera di panico può essere maggiormente pericolosa rispetto al virus in sé. Il bilancio odierno è di 325 contagiati e 11 morti, ovvero poco più che il 3% dei casi.

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Gli esperti assicurano che questo coronavirus non è più grave di un epidemia influenzale e spiegano che oltre l’80% delle persone che vengono contagiate guarisce spontaneamente. Ciò nonostante la situazione impone a molte persone un cambiamento drastico delle abitudini, rinunce, obbligo di prestare attenzione a regole sanitarie precise ed in alcuni casi anche l’impossibilità di lasciare la propria zona di residenza.

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Coronavirus: la storia a distanza di Matteo e Melissa

Lo sa bene Matteo, 37enne giardiniere fiorentino che da quando sono state recintate le zone rosse non può vedere la sua fidanzata. Melissa, anche lei 37 anni, è un’impiegata che vive nel basso lodigiano, proprio una delle due zone focolaio dell’epidemia. I due si vedevano ogni fine settimana, spostandosi alternativamente da una città all’altra. A raccontare come vive questa situazione è lo stesso Matteo, raggiunto da ‘Tgcom24‘.

Il giovane ha spiegato: “Melissa mi racconta che le sue giornate sembrano infinite. E’ a casa dal lavoro, lei fa l’impiegata. Ora il massimo dello svago è uscire a fare la spesa, ma in uno scenario surreale, con i militari a presidio della zona rossa e le persone obbligate a indossare le mascherine. Io sono qua e mi sento impotente”. La sua maggiore preoccupazione è per la salute della fidanzata: “Ho paura per la sua salute, naturalmente. E mi sento frustrato perché non posso fare nulla per aiutarla, per starle vicino. Inoltre qua nessuno ci dà certezze. parlano di 14 giorni in quarantena, ma chissà”.

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