Coronavirus, il consiglio del medico guarito dall’Ebola: “Fate così”

Coronavirus, il consiglio del medico guarito dall’Ebola quattro anni fa. Ecco cosa ha detto Fabrizio Pulvirenti, medico siciliano operatore di Emergency, a Open.

A distanza di cinque anni dalla guarigione dall’Ebola Fabrizio Pulvirenti, medico siciliano operatore di Emergency, ha parlato con i giornalisti di Open del Coronavirus. Ecco che cosa ha raccontato a proposito dello straordinario lavoro dei volontari in Africa e dello Spallanzani di Roma, fondamentale per la sua guarigione: “Il mio è stato un isolamento coatto e ospedaliero, decisamente diverso da quello dei pazienti che hanno contratto il Coronavirus nelle ultime settimane. Nel mio caso, per Ebola, il rischio mortalità era al 50%, qui si parla di meno del 2%”. Pulvirenti ha dato alcuni consigli su come gestire l’emergenza e il panico scatenatosi dal diffondersi del virus in Italia: “Come contenere l’epidemia? Le istituzioni devono fare come i volontari in Africa, ovvero ricostruendo le cosiddette “catene di contagio”, cioè isolando il caso “indice”. 

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Coronavirus: i consigli di Fabrizio Pulvirenti, guarito dall’Ebola 5 anni fa

Fabrizio lavora come infettivologo nell’ospedale Umberto I di Enna, e non ha dubbi sulla reale gravità del Coronavirus: “Da queste malattie si può guarire. In questo caso, secondo me, si tratta di un’emergenza sanitaria enfatizzata dai media. Le vittime italiane, ad esempio, erano anziane, con un sistema immunitario già compromesso, con cardiopatie o broncopatie. Quindi sarebbero decedute probabilmente anche a seguito di altre infezioni respiratorie, virali o batteriche. Non enfatizziamo, quindi, gli aspetti rischiosi, visto che il più delle volte queste malattie decorrono in modo quasi banale. Prepariamoci, invece, a un raddoppio quasi giornaliero del numero dei casi dal momento che nelle ultime ore sono stati somministrati centinaia di test in Italia. Il livello di allerta, comunque, resta alto anche se si tratta di un’epidemia che a breve sarà contenuta”. Riguardo l’isolamento forzate di alcune zone nel nord Italia, il medico ha detto: “È vero che è difficile controllare l’infezione, hanno fatto bene le autorità sanitarie a chiedere l’isolamento per chi è stato in zone a rischio o per chi ha avuto contatti con le persone poi risultate positive al test del coronavirus. Allontanare i soggetti contagiati è la cosa più saggia. Quindi evitare raduni, feste e l’apertura delle scuole”. Poi ribadisce: “L’arma più efficace resta quella della prevenzione: lavarsi le mani, usare i comuni gel su base alcolica, starnutire sul gomito ed evitare i luoghi affollati”. [Fonte: Open]

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