Bambino morto | parto termina tragicamente per colpe mediche

Il personale ospedaliero si macchia di gravi mancanze durante un parto. Una donna partorisce il proprio bambino morto: “Li avevo avvertiti”.

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In parto termina tragicamente con un bambino morto per negligenze dei medici FOTO viagginews

Una foto straziante mostra una mamma devastata che singhiozza mentre tiene in braccio il suo bambino morto appena partorito. E dopo che il personale dell’ospedale ha ignorato le sue paure che qualcosa non stesse andando nella sua gravidanza.

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Stephanie Broadley, 28 anni, ha condiviso l’immagine che ha scattato appena dopo la nascita del suo povero figlioletto Beau al Grimsby’s Diana, Princess of Wales Hospital a maggio 2018. La mamma sentiva che c’era qualcosa che non andava nella sua gravidanza. Sensazione poi confermata da una apposita inchiesta che ha accusato il personale sanitario di “grave miopia nei compiti da svolgere”. Anche gli enti sanitari ufficiali inglesi hanno riconosciuto i ripetuti e pesanti errori commessi dai professionisti. Stephanie, di Immingham, nel Lincolnshire, ha detto al network locale GrimsbyLive: “Continuavano a dirmi che tutto sarebbe andato bene e che era normale, ma sapevo che non lo era”.

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Bambino morto, evidenti colpe dal personale medico

Dalla morte di suo figlio, Stephanie ha provato grossi sensi di colpa per non aver spinto il personale in maniera veemente ad ascoltare le sue preoccupazioni. Adesso non si fida più degli ospedali. Quando era in travaglio ha detto al personale per tre volte che non riusciva a sentire il suo bambino muoversi e questo la preoccupava. Le ostetriche la avevano assicurato che tutto andava bene, ma la donna non era convinta. Ora lei è di nuovo in dolce attesa ed aspetta una bambina. Quando il suo Beau nacque, Stephenie lo tenne tra le braccia e pianse. Prima di quella circostanza c’era stato anche un aborto. “Ho ripetutamente detto di sapere che qualcosa non andava. Ci sono state tre occasioni in cui ho riferito alle ostetriche che non potevo sentire alcun movimento da parte del bambino, ma nessuna azione è stata presa. I medici non avevano aumentato il monitoraggio cardiaco, anche quando perdevo sangue. Non hanno neanche incaricato uno specialista per sottopormi ad un controllo specifico. Le ostetriche continuavano a dirmi che tutto sarebbe andato bene e che era normale, ma sapevo che non lo era”.

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“Ho tenuto mio figlio morto appena nato tra le braccia”

“Quando il mio bambino è nato morto è stato assolutamente straziante. L’ho tenuto tra le braccia e ho singhiozzato, ed è così difficile ripensarci ora perché mi sento come se lo avessi deluso. Come se fosse tutta colpa mia. Sento che avrei dovuto urlare di più per lui. Vorrei essere stato più forte. Il problema è che devi riporre la tua fiducia nelle persone che sono lì per prendersi cura di te. E può capitare che loro non lo facciano”. La donna e suo marito Lee, 30 anni, hanno già sei figli. Si tratta di Logan, 10 anni, Max (8), Tyler (7), Layla (5), Teddy (3) ed Arlo di otto mesi. Ma presto daranno il benvenuto ad un’altra bimba. Dopo la morte di Beau, Stephanie ha contattato gli specialisti della negligenza medica per indagare sul caso. Ora i suoi avvocati stanno negoziando un risarcimento danni per quanto di terribile successo.

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Colpe evidenti da parte del personale ospedaliero

Un’indagine del Trust ha scoperto che il personale ospedaliero aveva erroneamente considerato Stephanie a basso rischio quando aveva iniziato il travaglio a 36 settimane. Questo anche perché la richiesta della donna di ottenere un parto guidato da ostetrica all’inizio della sua gravidanza era stata accettata. Invece tale gravidanza era ad alto rischio a causa del fatto che due dei suoi cinque figli erano nati prematuri, incluso uno che aveva bisogno di cure per un’infezione. Erroneamente però non sono state seguite le linee guida per il trattamento delle donne in gravidanza le cui acque si infrangono prima di 37 settimane. A Stephanie non sono stati somministrati antibiotici per prevenire una infezione e non è stato fatto uno screening del sangue come richiesto. Ciò ha portato alla registrazione di documenti troppo ottimisti e al crescente pericolo non rilevato che ha fatto si che Beau nascesse già senza vita.

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“Li avevo avvertiti che qualcosa non andava”

Il personale medico non è riuscito a monitorare la frequenza cardiaca come richiesto. Le decisioni chiave sono state prese “senza effettivamente valutare il paziente e senza avere la storia completa”, ha appurato l’indagine. C’era anche stato un ritardo di due ore e mezza dopo che un’ostetrica aveva richiesto una revisione improvvisa. Tra l’altro una cosa simile era avvenuta anche sette mesi prima, in un altro ospedale, a Scunthorpe. “Ma quel precedente evidentemente non ha insegnato nulla”, afferma Stephanie. Ha aggiunto: “Quello che è successo con Beau mi ha purtroppo lasciato sfiducia negli ospedali. Ci sono troppi casi e troppi scandali a livello nazionale e le cose devono necessariamente cambiare”.

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L’avvocato: “Non sono importanti i soldi ma il messaggio”

“Io e mio marito siamo fortunati perché abbiamo sei figli adorabili e ce n’è un’altra in arrivo. Ma abbiamo avuto un aborto e poi il caso triste di Beau. Perdere un bambino a causa degli errori degli operatori sanitari non è qualcosa che dovrebbe accadere”. Il loro avvocato di fiducia fa sapere che le richieste di risarcimento in questi casi vanno fatte non tanto per ottenere un indennizzo economico quanto piuttosto per dare un segnale. “La cosa più difficile da comprendere e da accettare per i genitori è che il loro bambino non è tornato a casa con loro dall’ospedale perché il personale di maternità non si è preso cura di loro come dovrebbero invece fare in situazioni normali. La famiglia vuole delle risposte, ma purtroppo troppo spesso vediamo le stesse conclusioni. Ovvero che gli errori evitabili non sono stati evitati e le linee guida di base non sono state seguite”.

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