Vito Massimo Catania, chi è l’atleta premiato dal presidente Mattarella

Vito Massimo Catania è l’atleta di Palermo gareggia alla maratona spingendo la carrozzina dell’amica disabile. Ecco tutto quel che c’è da sapere su di lui. 

Un atleta sicuramente speciale e dotato di una forza “soprannaturale” che gli è stata infusa direttamente da Dio. Così si autodefinisce Vito Massimo Catania, il maratoneta che corre spingendo la carrozzina di una sua amica disabile affetta da atassia, una malattia neurodegenerativa che impedisce la coordinazione dei movimenti muscolari. “Faccio quello che vuole Dio” spiega il 40enne di Regalbuto (Enna), tesserato da dodici anni con l’Atletica Regalbuto.

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L’identikit di Vito Massimo Catania

“Io corro da tanti anni, ma a un certo punto due anni fa ho deciso di smettere e prendermi un pausa perché avevo perso la motivazione e non sapevo più cosa fare, poi un giorno mi ha telefonato una mia amica, la presidente della ASD podistica Capo d’Orlando, che stava organizzando una gara per far correre i disabili e decido di partecipare”. E’ stato allora che Vito Massimo si è ricordato di Giusi La Loggia, affetta da atassia dall’età di 33 anni, moglie di Giuseppe Colombo, presidente dell’AISA (Associazione Italiana per la Lotta alle Sindromi Atassiche) conosciuta nell’ottobre del 2015 durante una 10 km a Barrafranca (Enna).

“Mi ricordo quando ci siamo conosciuti a Barrafranca – racconta asua volta Giusi -. In Paese avevano organizzato una gara a cui partecipava Vito Massimo, io quel giorno non volevo neanche uscire perché erano i primi tempi che mi muovevo in carrozzina, ma dovevo partecipare alla premiazione organizzata dall’Aisa. Quel giorno Vito Massimo vinse la gara e mi regalò il trofeo”. “Poi – continua – in occasione di una gita sull’Etna, a cui partecipò anche Vito Massimo, ci ritrovammo e fra una battuta e una risata, Vito Massimo iniziò a spingere la mia carrozzina su un altopiano, andava sempre più forte fino a correre. Io mi sentivo meglio, più libera, più serena. Così quando mi ha proposto di partecipare a una gara nel 2016 a Barrafranca ho accettato”.

L’avventura è cominciata ufficialmente nel febbraio 2017 con la prima mezza maratona a Capo d’Orlando: qui Giusi oltre alla cintura di sicurezza ha indossato anche una cintura che le blocca le gambe. “Io non ho paura di cadere – dice Giusi – mi fido completamente di Vito Massimo. E quando partecipo alle gare mi sento completamente a mio agio con gli atleti, è come se fossi parte di loro”. Sempre nel 2017 insieme Vito e Giusi hanno percorso insieme ben 350 km e sono stati insigniti del premio “Padre Pino Puglisi”. Un esempio luminoso, quello di Vito Massimo Catania, che il Presidente della Repubblica ha avuto il merito di far conoscere e apprezzare all’Italia intera.

EDS

 

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