Sciopero Amazon | stop in Lombardia il 19 e 20 febbraio

Uno sciopero Amazon blocca le consegne degli ordini in Lombardia. Le motivazioni dell’agitazione sindacale e la risposta dell’azienda.

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Uno sciopero Amazon in Lombardia per i seguenti motivi FOTO viagginews

Uno sciopero Amazon interessa la Lombardia nelle giornate di mercoledì 19 e giovedì 20 febbraio 2020. Le braccia si incrociano a sorpresa visto che non era giunto alcun preavviso in merito. Sono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti ad avere organizzato la protesta, e questo mette a rischio le normali consegne previste in origine.

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L’agitazione sindacale avviene per ottenere delle risposte precise da parte dei vertici del colosso di e-commerce. “Ma se resteremo inascoltati, continueremo con le proteste”, affermano i sindacati coinvolti. Resteranno giocoforza fermi i centri di Buccinasco (Milano), Burago, nella provincia di Monza e Brianza e Origgio (Varese), tutti centri di consegna molto importanti. Sara Tripodi, segretaria generale Filt Cgil Monza e Brianza, spiega le motivazioni dello sciopero Amazon in Lombardia. Le sue parole vengono riportate da Milano Today.

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Sciopero Amazon, il perché dell’agitazione sindacale in Lombardia

“Vogliamo uguale trattamento per i driver di tutte le aziende coinvolti nelle filiere. Lunedì 17 febbraio abbiamo avanzato ad Assoespressi, l’associazione datoriale di rappresentanza alcune richieste chiare a cui l’associazione non ha saputo dare risposte perché ancora una volta il colosso Amazon fa da padrone’. Dopo le festività natalizie, a Burago ha avuto luogo un taglio di rotte ai lavoratori. Una situazione che ha provocato la mancata stabilizzazione di circa 80 lavoratori che operano da anni nella filiera. Al contrario i carichi di lavoro non sono diminuiti, anzi: ci sono meno corrieri che devono effettuare più consegne. Ed è stato inserito un ulteriore provider in station che affianca il lavoro dei 4 providers già presenti assieme ad Adecco. Siamo dell’idea che le condizioni di lavoro debbano essere rese omogenee attraverso il rispetto degli accordi sottoscritti ed il mantenimento dei livelli occupazionali. Questi lavoratori meritano dignità”. I sindacati hanno più volte proposto delle soluzioni, ma senza mai ottenere risposte da Amazon. “Vogliamo buste paga uguali per tutti, che i precari vengano stabilizzati e che i carichi di lavoro diventino più sostenibili. Inoltre manca un premio di risultato annuale”.

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La risposta dell’azienda

A queste richieste, Amazon ha replicato con una nota ufficiale. ”I fornitori di servizi di consegna sono innanzitutto nostri partner, e noi lavoriamo insieme a loro per definire degli obiettivi realistici che non mettano sotto pressione loro e i loro dipendenti. Per questo motivo utilizziamo una tecnologia di definizione delle rotte che prende in considerazione molteplici aspetti per determinare la quantità di pacchi che un autista può consegnare in sicurezza durante il suo turno di lavoro. Richiediamo inoltre ai nostri fornitori di garantire che gli autisti ricevano compensi adeguati, siano trattati con rispetto, si attengano a tutte le normative vigenti e al codice della strada. Amazon conduce frequenti audit di conformità dei propri fornitori ed effettua verifiche su qualsiasi segnalazione di possibili infrazioni. Durante l’anno la gran parte degli autisti ha contratti a tempo indeterminato. Dati i volumi variabili della nostra attività, come ad esempio durante il periodo Natalizio, i nostri partner ricorrono anche ad autisti con contratti in somministrazione per sopperire ai picchi di lavoro”.

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