Donna batte il cancro | scala l’Everest | aveva solo 6 settimane di vita

Questa donna batte il cancro e poi inizia una serie di mirabolanti imprese. Ha scalato quattro tra le vette più alte del mondo e non si ferma qui.

donna batte cancro
Le avevano dato solo 6 settimane di vita ma una donna batte cancro e poi compie diverse imprese FOTO viagginews

Una donna batte il cancro ed ora lei vuole scalare il Monte Everest. Lei si chiama Andrea Sheardown, ha 48 anni ed i medici le avevano dato solamente 6 settimane di vita. Colpa di un temibile colangiocarcinoma, una rara forma di cancro che si verifica nei dotti biliari.

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La terribile diagnosi avvenne nel 2015. eppure Andrea è guarita e ha potuto riabbracciare con immensa gioia i suoi due figli. Lei, i ragazzi ed il loro papà vivono a Sandbach, nella regione inglese del Cheshire. Affinché vedesse la luce in fondo al tunnel, la donna che batte il cancro e che ora si prepara a compiere una impresa senza eguali, ha dovuto farsi rimuovere una massa cancerosa dalle dimensioni di un ananas. Nonostante la guarigione effettiva, i dottori hanno avvertito questa mamma coraggiosa del rischio che la malattia potrebbe manifestarsi ancora, in qualsiasi momento. La cosa allora ha portato la donna a vivere al massimo delle sue possibilità, senza precludersi nulla. Lei è stata in Nepal assieme a suo marito Chris, 50 anni, ed ai loro figli Sam ed Amelia, di rispettivamente 16 e 18 anni. E pensate che Andrea ha già scalato il Kilimanjaro, in Tanzania, e pedalato dal Vietnam alla Cambogia.

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Donna batte il cancro: “Mi davano solamente 6 settimane di vita”

“Da quando ho cominciato a raccogliere fondi nel 2016, ho messo su circa 62mila sterline”. Al cambio sono oltre 74mila euro, che la donna ha devoluto in beneficenza. “I medici mi hanno avvertito che il cancro potrebbe tornare in qualsiasi momento, ma sto cercando di mantenere un atteggiamento positivo. Gettare la spugna non era un’opzione per me, volevo vedere i miei figli crescere, essere lì per i loro traguardi chiave nella vita. Dovevo rimanere forte per la mia famiglia. Le persone non riescono a credere che io sia riuscita a fare certe cose, ma la vita è tutta una questione di sfidare te stesso. E questa è una cosa che insegno ai miei figli, è per questo che vengono sempre con me. Sono così fortunata con il supporto che ho ricevuto da familiari, amici, aziende locali e persino sconosciuti”. Nel 2015, Andrea ha iniziato a provare un forte dolore alla gabbia toracica che è durato 6-8 settimane prima che lei decidesse di andare al pronto soccorso a causa della cronicità della sofferenza fisica.

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Il suo tumore scambiato per una banale indigestione

All’inizio le avevano detto che era solamente una indigestione, ma ben presto i medici hanno cambiato idea, a seguito di alcune analisi del sangue. Anche una radiografia ha confermato che c’era in atto un colangiocarcinoma, con una massa grossa presente sul suo fegato. Ed il personale sanitario le ha detto che non c’era niente da fare. “Le restano solamente sei settimane di vita”. Un secondo consulto aveva posto Andrea di fronte ad una scelta: sottoporsi ad un delicatissimo intervento chirurgico per tentare di salvarsi. Così è stato, con la donna che ha voluto correre il rischio: “Non avevo niente da perdere a quel punto. Sono felice di avere avuto così tanto coraggio. Altrimenti sarei morta. L’ospedale, una struttura di Birmingham, non pensava che Andrea sarebbe stato abbastanza forte per sopravvivere alla chemioterapia in quel momento. Anche per questo motivo lei ed il marito si sono rivolti all’assistenza privata della Clinica Christie a Manchester.

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Le grandi imprese iniziate subito dopo la chemio

Dopo sei mesi di chemio, lei era estremamente debole. Tuttavia, una volta finito il primo ciclo, a novembre 2016, la donna ha voluto affrontare la prima delle sue tante sfide, scalando le vette Ben Nevis (1344 m), Scafell Pike (978 m) e Snowdon (1085 m) dove è riuscita a raggiungere la vetta ogni volta con grande stupore di tutti. “Mi sentivo come se le persone mi avessero quasi cancellato: mi avrebbero portato dei fiori e lo odiavo perché associavo sempre i fiori ai funerali. Solo perché hai il cancro, non significa che dovresti rinunciare alla vita e quando ho trovato l’ente benefico AMMF che mi ha sostenuta, ho voluto iniziare a organizzare eventi di raccolta fondi perché mi hanno aiutato così tanto e bisogna aumentare la consapevolezza questo tipo di cancro”.

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La famiglia è giunta in Nepal qualche giorno fa

La donna conclude: “La malattia che mi ha colpita è uno dei più mortali che ci siano ed attualmente non esiste una cura”. Dopo aver scalato le tre cime per raccogliere fondi per l’ente benefico AMMF, Andrea ha conquistato anche il Kilimanjaro nel febbraio 2018 e poi ha pedalato dal Vietnam alla Cambogia nel febbraio 2019. Ed ora tocca al Monte Everest, il più alto del mondo. La famiglia intera ha raggiunto il Nepal giovedì 13 febbraio 2020. Una nuova impresa è alle porte.

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