Figli non vanno a scuola | “Così crescono meglio” FOTO

“Decidono loro cosa fare, in totale autonomia”. Figli non vanno a scuola e la loro mamma spiega tutti i vantaggi che questo metodo educativo comporta.

Figli non vanno a scuola
I suoi figli non vanno a scuola e vengono su da autodidatti FOTO viagginews

I suoi figli non vanno a scuola ed una mamma sta ricevendo continue critiche per questo. Lei dice che permette loro di prendere le proprie scelte in maniera autonoma, consentendo ai suoi tre bimbi di fare quel che vogliono, quando vogliono.

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La donna si chiama Nicole Bescoby ed è una fautrice della cosiddetta ‘genitorialità gentile’, del tutto diversa da quella tradizionale cui siamo abituati. Per cui la quotidianità dei piccoli George, Ellie ed Aimee non consta affatto di regole da seguire quanto piuttosto di volontà reciproche. I figli non vanno a scuola, decidono da soli cosa e quando mangiare, dormire e giocare. Di solito vanno a letto tra le 21:00 e l’una di notte. La mamma in questione ribadisce che questo modo di fare ha reso la loro casa di Rochdale, in Inghilterra, più felice. Lei si era resa conto ad un certo punto che una rigida routine non stava portando buoni risultati con George, il primogenito di 8 anni.

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Figli non vanno a scuola: “Una scelta consapevole e felice”

La 30enne Nicole da allora ha voluto cambiare registro. Lei è una blogger di professione, che ha completato degli studi come insegnante d’asilo. Con George ci sono anche Ellie, di 7 anni, ed Aimee, di 6. E lei insiste sul fatto che questo atteggiamento abbia reso i suoi figli più felici, permettendo loro di diventare più creativi, gentili e rispettosi della natura. “Il merito è della innata curiosità dei bambini. Apprendono da soli grazie a questo aspetto. Fanno domande alle quali io rispondo. E se non so cosa dire, cerchiamo insieme sui libri o su internet una spiegazione. Io stessa imparo molte cose”, spiega la donna. “Adorano ascoltarmi leggere la letteratura classica, quindi studiamo insieme Shakespeare e Dickens. Al momento, stiamo leggendo Percy Jackson, che ci insegna la mitologia greca”. La madre ha ricevuto a suo tempo una educazione convenzionale. Ma ha scoperto che questo le ha tolto la gioia nell’apprendere.

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La scelta presa dopo i problemi avuti col primogenito

Colpa di alcuni episodi di bullismo subiti a scuola. Mentre compiva i suoi studi universitari, nell’aprile del 2011, subito dopo la nascita di George, ha scelto di provare un metodo nuovo. “All’inizio non era così invasivo. Ho provato ad attuare delle regole con George, che era troppo esuberante. Il sistema di punizione e ricompensa non dava risultati, allora ho fatto di mia iniziativa. E ho notato subito le differenze. Da allora – George aveva 2 anni ed andava all’asilo – non ci sono state più difficoltà”. In realtà la scuola non è assente: “La facciamo a casa, attraverso apposite guide online e con altri gruppi di genitori che la pensano come me”, dice Nic al Mirror. Uno dei primi, drastici cambiamenti ha visto l’abolizione degli orari prefissati per pranzo, cena e per andare a letto. “Decidono i miei figli. E devo dire che prendono scelte responsabili. A merenda o come spuntino amano molto la frutta. Anche se qualche pezzetto di cioccolata non manca. E fintanto che non mettono la loro sicurezza a rischio, possono fare quello che vogliono”.

“Con loro i metodi tradizionali non avrebbero funzionato”

“I ragazzi amano moltissimo stare nella natura ed osservare da vicino gli animali. George è molto attirato dai treni e dal loro funzionamento”. Nei processi educativi di questa particolare famiglia concorrono anche alcuni videogiochi costruttivi, come Minecraft. “E per essere dei bambini ancora così piccoli, il loro vocabolario è impressionante. Se penso a come sarebbero cresciuti facendo quello che ho fatto io, mi convinco sempre più del fatto che con loro non avrebbe mai funzionato”. Nic prosegue: “Io non sono perfetta ed a volte mi arrabbio, ma le punizioni non sono contemplate. Ed ogni volta risolviamo i problemi con il dialogo”. Eppure la donna dice che, qualora i figli dovessero farglielo presente, lei sarebbe comunque pronta ad iscriverli in una scuola tradizionale. “Anche se fino ad ora questa eventualità non si è mai manifestata. Loro sono felici così e crescono su bene. Questa libertà costruttiva è quanto di meglio ci possa essere per i miei bimbi”.

“Colpita dalle reazioni negative degli altri”

La mamma poi si dice sorpresa dalle reazioni negative recepite dalla gente, spesso sorpresa da questo tipo di istruzione. Che però risulta pienamente legale, stando a quanto stabilisce la legge nel Regno Unito. Infatti i genitori sono autorizzati a far si che i propri figli apprendano a casa. Tuttavia devono accettare delle visite periodiche da parte di periti certificati che possano stabilire l’idoneità degli standard qualitativi di crescita e di formazione dei bambini autodidatti. “Finora siamo tutti soddisfatti. Io in particolare sono felice di vedere i miei bimbi crescere nel pieno rispetto degli altri. Sono degli esempi in gentilezza ed empatia”.

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