Si chiama Yassin e ha 17 anni: è lui il ragazzo del Pilastro a cui ha citofonato Matteo Salvini, dopo la segnalazione di una cittadina.

Si è ritrovato al centro di un caso mediatico, che secondo alcuni osservatori è stato poi uno degli episodi determinanti nella campagna elettorale in Emilia Romagna. Lui si chiama Yassin, ha 17 anni e abita a Bologna, quartiere Pilastro.
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A casa sua, qualche giorno prima del voto per le Regionali, ha citofonato il leader della Lega, Matteo Salvini, dopo la segnalazione di una cittadina.
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Chi è Yassin, il giovane calciatore a cui ha citofonato Salvini

L’ex ministro ha citofonato all’abitazione di un tunisino, chiedendogli: “Lei spaccia?”. Un errore, per molti osservatori, che ha anche scatenato la polemica politica. Quel tunisino si è poi scoperto che aveva 17 anni e – intervistato dall’avvocato Cathy La Torre – ha voluto raccontare la sua storia. Spiega di non essere uno spacciatore e di giocare a calcio. Ha una compagna e tra qualche mese diventeranno genitori.
Il giovane è “figlio di un matrimonio misto”, padre tunisino e madre italiana, come spiega Cathy La Torre nell’intervista. Nato in Italia, suo padre è un corriere di Bartolini e lui pensa di seguirne le orme. Intanto però Yassin ha la passione per il calcio, che ha coltivano anche a livelli medio-alti: sarebbe stato convocato 3 volte dalla nazionale giovanile a Coverciano per degli stage e avrebbe giocato nel Sassuolo e nel Modena. Attualmente, è tesserato nell’Imolese e gioca nel ruolo di difensore. Il 30 gennaio 2020, viene intervistato dalla trasmissione ‘Piazza Pulita’.
"Lei spaccia?"Il ragazzo di spalle è Yassin. Nascondo il suo volto perché è un minorenne, ha solo 17 anni. Posso dire il suo nome perché qualcun altro, ieri sera, in diretta sulla sua pagina, seguita da milioni di persone e ripreso da tutti gli organi di informazione, lo ha detto a microfoni unificati.Nome, Cognome, persino il Cognome della madre e il piano dove vive.Lo ha detto citofonando a casa sua e chiedendo “Lei è uno spacciatore?”. Così. Perché una signora glielo ha detto. E lui, a favor di telecamera, non ha perso l’occasione per gettare un altro po’ di odio contro gli stranieri. Perché questo è il punto: far passare lo straniero, in questo caso un “tunisino”, per uno spacciatore.Già. Ma Yassin, che tutti chiamano Iaia, non è un tunisino. E’ italiano, figlio di un matrimonio misto, che mi vergogno pure a doverlo dire che si, si è pure figli di matrimoni misti!Iaia nella vita gioca a calcio e lo fa pure discretamente bene tanto da essere stato convocato 3 volte dalla nazionale giovanile a Coverciano, e aver giocato nel Sassuolo, nel Modena e no: non spaccia.Non ha precedenti penali, di nessun tipo. Zero. Nada. Niente. Vuole solo vivere la sua vita, giocare a calcio, studiare per ottenere la stessa patente del padre (che è un autista della Bartolini) e fare lo stesso lavoro. Perché tra 5 mesi diventa papà anche lui.Ma da ieri, per tanti, è solo “Yassin lo spacciatore”. Perché un ex Ministro dell’Interno ha citofonato a casa sua chiedendogli “lei è uno spacciatore”. Perché serviva dare in pasto ai suoi fan l’immigrato delinquente.Ma ancora una volta, al Capitano, ha detto male. Si è scusato per il video in cui ha preso in giro un ragazzo dislessico. Questa volta le scuse non credo basteranno.
Pubblicato da Cathy La Torre su Mercoledì 22 gennaio 2020