Kobe Bryant e Gianna sono andati a messa prima del tragico incidente

Il parroco della parrocchia che frequentava Kobe Bryant ha rivelato che il campione e la figlia erano andati a messa prima del tragico incidente.

Si pensa sempre, quando un incidente toglie la vita a delle persone che avrebbero tanti anni davanti a loro, che si tratta di un ingiustizia. Molti avranno pensato nel leggere la tragica notizia della scomparsa di Kobe, Gianna e altre sette persone che non si può morire così. Eppure è probabile che l’ex stella dei Lakers abbia accettato il proprio destino senza recriminare. Sappiamo infatti che Bryant era un convinto cattolico. Nato in una famiglia dai valori cattolici, Kobe ha rafforzato la propria fede nel periodo in cui è stato accusato di stupro.

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Era il 2003 quando una cameriera lo ha accusato di stupro, come ricordato in maniera vergognosa nei giorni scorsi sul web, e lui era nel punto più alto della sua carriera. All’improvviso in molti gli hanno girato le spalle, compresi sponsor e amici. Il matrimonio con Vanessa è stato messo a dura prova, ma alla fine la cameriera ha ritirato le accuse. Prima che la ragazza decidesse di farlo, però, la legenda di basket ha trovato conforto solo nel Signore.

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Kobe Bryant e Gianna sono andati a messa prima dell’incidente

Superato il periodo più oscuro della sua vita e ricucito con costanza e impegno il rapporto con Vanessa, Kobe non ha mai perso l’abitudine di andare a messa la domenica ed ha educato le sue figlie a fare lo stesso. Lo ha confermato nelle scorse ore anche la cantante Cristina Ballesteros, spiegando come lui e la famiglia andavano ogni domenica a messa nella parrocchia di Orange County. Il campione, però, se ne stava in disparte, in fondo alla chiesa: “Stava in fondo alla chiesa, come d’abitudine, per non distogliere l’attenzione dei parrocchiani da Gesù”.

Il parroco di Orange County ha confermato che anche domenica scorsa Kobe e Gianna hanno partecipato alla funzione ed hanno preso l’eucarestia. Un gesto che per loro era normale anche se ai giorni nostri, specie nella “città degli angeli” è contro corrente. Possibile, dunque, che Kobe abbia accettato quello che gli è successo come volontà di Dio e che oggi ci direbbe di andare avanti e non pensare che la sua morte è stata ingiusta.

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