Kobe Bryant | i secondi di volo fatali prima dello schianto VIDEO

Una telecamera di sicurezza di una abitazione privata ha registrato gli ultimi secondi di volo dell’elicottero di Kobe Bryant. L’audio dura 43 secondi.

Kobe Bryant morte
Kobe Bryant gli ultimi secondi di volo in elicottero in audio catturati da una telecamera FOTO viagginews

Una telecamera di sorveglianza di una abitazione privata ha registrato il sonoro degli ultimi secondi di volo di Kobe Bryant e degli altri 8 occupanti del suo elicottero. Il tutto prima che il velivolo si schiantasse su di una collina a Calabasas domenica 26 gennaio 2020, alle ore 09:45 del mattino.

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L’apparecchio di sicurezza appartiene ad una donna, tale Ronna Leavitt, che ha fornito agli investigatori una clip della durata di 43 secondi estrapolata dal suo sistema di sicurezza domestico. È possibile udire in maniera distinta il ronzio del motore, con lo schianto finale seguito dal silenzio. La donna sostiene anche di avere visto l’elicottero di Kobe Bryant volare sopra casa sua. Ha compiuto una inversione a U prima di schiantarsi al suolo. Sempre un altro residente ha fornito ulteriori immagini agli inquirenti, dopo averle allo stesso modo ricavate da una telecamera di sicurezza di casa.

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Kobe Bryant, l’elicottero su cui viaggiava non aveva un importante dispositivo

Gli investigatori avrebbero appurato che l’elicottero di Bryant non era dotato di un sistema di allarme di distanza dal suolo. Cosa che avrebbe potuto allertare il pilota del fatto che stava precipitando verso la collina. La visibilità era molto bassa a causa della nebbia e si pensa che questa possa essere la causa principale del tragico incidente aereo. Il Sikorsky S-76 di proprietà del grande campione di basket stava volando ad una altezza compresa tra i 65 ed i 95 metri. Una misura molto bassa. E si è schiantato contro una delle colline più alte del luogo. Jennifer Homendy del National Transportation Safety Board ha affermato che la funzione di allarme di sicurezza del terreno è stata raccomandata per gli elicotteri con sei o più passeggeri, ma non richiesta dalla FAA, la Federal Aviation Administration statunitense. Successivamente all’incidente, le forse dell’ordine hanno ripreso la scena del disastro con dei droni.

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Il corpo del campione riconosciuto tramite le impronte digitali

Si vedono detriti ovunque su quella collina di Calabasas, poi rimossi e portati via da un camion e da altri mezzi pesanti. I rottami sono ora a disposizione degli investigatori federali per compiere delle analisi approfondite. Erano sparsi in un raggio di quasi 200 metri. Droni sono stati impiegati anche per replicare il percorso di volo finale dell’elicottero. Tutti e nove i corpi delle vittime sono stati recuperati dal sito e trasportati al centro di Scienze forensi del Dipartimento di Polizia di Los Angeles per essere esaminati in appositi esami autoptici. Il corpo di Bryant è stato identificato ufficialmente usando le impronte digitali dopo che i suoi resti sono stati recuperati dal luogo dell’incidente. Lo ha confermato l’ufficio del medico legale. Identificati anche i corpi del pilota Ara Zobayan, dell’allenatore di baseball John Altobelli e della collega Sarah Chester.

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Cadaveri della figlia e di altre quattro persone non ancora riconosciuti ufficialmente

I restanti cinque cadaveri – compreso quello della figlia di 13 anni di Bryant, Gianna Maria Onore – non sono stati ancora identificati ufficialmente. Gli esperti ritengono che Zobayan probabilmente si sia disorientato mentre cercava di evitare la nebbia pesante prima di sbattere contro la collina. Zobayan, 50 anni, era un capo pilota molto esperto che lavorava per la società Island Express Helicopters. Era un istruttore di volo con alle spalle più di 8000 ore di esercitazione. Molte altre volte aveva viaggiato con Kobe Bryant ed anche con altre celebrità. Ed era qualificato per volare nella nebbia ed in altre condizioni climatiche avverse. Quel che appare evidente anche esaminando i dati radar, è che l’elicottero stava procedendo ad una velocità elevata. Questo testimonia che il velivolo era completamente fuori controllo ed in picchiata.

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“Se un pilota perde l’orientamento restano al massimo 15 secondi di vita”

Un altro esperto pilota, interpellato per una consulenza sull’incidente, fa sapere che “quando sei alla cloche e perdi l’orientamento, non sai letteralmente quale sia l’alto e quale il basso. Se voli visivamente, se rimani sorpreso da una situazione in cui non riesci a vedere il parabrezza, l’aspettativa di vita del pilota e dell’aereo è forse di 10, 15 secondi”. Per determinare la causa dell’incidente potrebbero essere necessari fino a 18 mesi, ma entro 10 giorni è previsto un rapporto preliminare sull’incidente. Altri esperti hanno sollevato dubbi sul fatto che l’elicottero avrebbe dovuto volare. L’elicottero di Bryant ha lasciato Santa Ana, nella Contea di Orange, a sud di Los Angeles, poco dopo le ore 09:00 di domenica. Ed in un momento in cui le condizioni non erano adatte al volo, secondo il Dipartimento di Polizia di Los Angeles. Il cielo era del tutto ricoperto da nubi e la visibilità era inferiore rispetto al dovuto.

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La mattinata era fortemente nebbiosa

Inizialmente il pilota stava volando sotto VFR, il che significa che si affidava alla sua capacità di vedere il terreno sotto di lui. Ma il tempo era così nebbioso che il Dipartimento di Polizia di Los Angeles ed il dipartimento dello sceriffo della contea avevano scelto di tenere a terra i loro elicotteri. Lunedì è stato rivelato che a Zobayan è stata concessa un’autorizzazione speciale per volare in condizioni meteorologiche peggiori. C’è un audio nel quale lo stesso Zobayan richiede di volare in base a speciali regole di volo visivo (SVFR). Sotto l’autorizzazione SVFR, i piloti possono volare in condizioni meteorologiche peggiori di quelle consentite per le regole di volo a vista (VFR). Le autorizzazioni speciali VFR vengono emesse solo quando i massimali delle nuvole sono inferiori a 300 metri sopra il livello del suolo. Al pilota era stato detto di seguire un percorso di 750 metri di altezza, per rispettare il traffico aereo. Una disposizione giunta dall’aeroporto di Burbank.

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L’ultima decisione è sempre del pilota

Ma alla fine l’ultima parola spetta proprio al pilota. È lui che ha la responsabilità di determinare se sia sicuro o meno volare nelle condizioni attuali e previste”. A causa della scarsa visibilità, il pilota avrebbe potuto contattare i controllori del traffico aereo e richiedere di passare alle regole del volo strumentale (IFR), che gli avrebbero consentito di navigare tra le nuvole. Tuttavia, quando i piloti volano in IFR, tale situazione può richiedere molto tempo tra permessi e tragitto effettivo. Specialmente nel sud della California, che ha uno spazio aereo estremamente occupato. L’elicottero aveva già girato in cerchio per circa 15 minuti vicino a Glendale mentre i controllori del traffico aereo esaminavano la situazione dello spazio aereo. L’aeromobile ha proseguito con il permesso VFR e verso le 9.40 ha virato a ovest per seguire la US 101, la Ventura Highway.

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La ricostruzione di quanto avvenuto

Qualche istante dopo poi ecco una nuova virata, verso sud-est, con una salita ad oltre 600 metri. In quello che sembrava essere un tentativo di mettere un pò di spazio tra l’elicottero stesso e le colline. Nell’audio di controllo del traffico aereo, un controllore dice che l’elicottero di Kobe Bryant è ancora troppo basso per potere essere monitorato dal radar. Questo tuttavia non sembrava essere un segnale di pericolo, poiché l’elicottero stava effettivamente salendo di quota. Il controllore si riferiva alla difficoltà tecnica con la lettura dei dati piuttosto che all’avvertimento di un incidente imminente. Circa quattro minuti dopo il pilota ha avvisato che si stavano alzando ancora di più per evitare uno strato di nuvole. Quello è l’ultimo messaggio arrivato ai controllori a terra. Quando questi hanno chiesto che cosa intendeva fare Zobayan, il pilota non ha dato risposta.

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Al vaglio i dati radar

I dati radar indicano che l’elicottero è salito a 700 metri di altezza e poi ha iniziato una curva a sinistra. Due minuti dopo, qualcuno a terra ha avvisato il 911 per segnalare l’incidente. L’elicottero si era schiantato contro una collina ed aveva preso fuoco. Altri dettagli di ciò che è successo in seguito sono ancora sotto inchiesta ma ci sono indicazioni riguardo al fatto che l’elicottero sia precipitato quando invece era giunto a 300 metri. Volava a circa 300 chilometri all’ora nel momento fatale del suo impatto al suolo. La rapida salita dell’elicottero e la altrettanto rapida discesa suggeriscono che il pilota era disorientato. Lo ha affermato Jerry Kidrick, un colonnello dell’Esercito Statunitense in pensione che ha pilotato elicotteri in Iraq e che ora insegna all’Università Aeronautica Embry-Riddle a Prescott, in Arizona. “È una delle condizioni più pericolose in cui puoi trovarti”, ha detto Kidrick. “Spesso, il tuo corpo ti sta dicendo qualcosa di diverso da quello che ti dicono gli strumenti”.

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Chi sono le altre vittime dell’incidente

Il Sikorsky S-76B era un lussuoso velivolo bimotore spesso usato da Kobe Bryant per eludere il traffico stradale che spesso congestiona Los Angeles. Bryant, sua figlia 13enne Gianna Maria Onore e gli altri passeggeri si stavano dirigendo verso la Mamba Sports Academy dello stesso campione della Nba. È un centro sportivo per i giovani a Thousand Oaks. La figlia avrebbe dovuto esibirsi in una partita. Inoltre sono morti nel disastro anche John Altobelli, 56 anni, capo allenatore di lunga data della squadra di baseball del Southern Coast College della California del Sud. Poi sua moglie Keri e la loro figlia, Alyssa, che giocava nella stessa squadra di basket della figlia di Bryant. Morta anche Christina Mauser, un’allenatrice di basket femminile in una scuola elementare della California meridionale. Anche un altro giovane giocatore, Payton Chester, è stato ucciso nello schianto insieme a sua madre Sarah Chester.

 

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