Testimoni di Geova: conti segreti e fondi speculativi dietro l’ente no profit

Da un’inchiesta condotta da ‘Fanpage’ scopriamo come la società a capo dei Testimoni di Geova gestisca un fiume di denaro attraverso investimenti dubbi.

I Testimoni di Geova sono un gruppo religioso molto diffuso nel mondo che può contare oltre 8 milioni di fedeli in 240 Paesi differenti. La dottrina è nata nel 1884 negli Stati Uniti e si è diffusa radicalmente nel corso degli anni ’80 e ’90. Molti di voi li conosceranno solo attraverso l’opera di evangelizzazione compiuta dai suoi fedeli, i quali girano per ogni angolo della città in cerca di nuove adesioni al loro credo. Il punto fondamentale della loro dottrina riguarda il ritorno di Geova (Gesù Cristo) sulla terra. Questo avverrà entro breve e solo i meritevoli potranno guadagnare l’accesso al Regno dei Cieli, regno che verrà istituito sulla Terra.

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Tra le caratteristiche che un Testimone di Geova deve avere c’è il distacco dai beni terreni. In più scritti dell’organizzazione religiosa, infatti, si legge come il denaro generi avidità e questa porti alla menzogna e al peccato. A guisa d’esempio vi riportiamo ciò che si trova in una pubblicazione del 1990: “Chi ama il denaro è in una situazione spiritualmente pericolosa, e gli ʻavidi’ non erediteranno il Regno di Dio. Pertanto, uomini del genere non sono idonei per essere anziani o servitori di ministero”. Ma anche: “L’amore del denaro rende la persona schiava delle ricchezze e la induce a ubbidire e a servire questo mondo. La persona amante del denaro disprezza Geova”.

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Testimoni di Geova: investimenti dubbi e conti segreti dietro la fede

Ma se i fedeli sono esortati, pena l’esclusione dal Regno, ad abbandonare il denaro ed i beni terreni, come si comporta la società Torre di Guardia che gestisce i beni dell’organizzazione religiosa? In teoria i fondi a disposizione sono utilizzati per la pubblicazione delle bibbie, di altre riviste religiose, compiere  azioni di beneficenza e per l’espansione del culto nel mondo. Insomma vengono utilizzati per permettere a più persone possibili di conoscere il messaggio di Geova e far ottenere loro la salvezza. Cosa c’entrano allora gli investimenti sulle azioni della JP Morgan, quelli sulle società produttrici di armi e i conti nei paradisi fiscali?

A questi quesiti ha provato a rispondere ‘Fanpage‘ con un’inchiesta che illustra gli introiti e i campi d’interesse in cui investono i Testimoni di Geova. Analizzando un report della Securities and Exchange Commission (ente addetto alla vigilanza dei valori in borsa), il quotidiano ha scoperto che la Tower Watch Society possiede il 10% del JPMorgan Liquid Assets Money Market Fund. Un fondo gestito dalla Banca, una delle più importanti al mondo, dal valore di 5,88 miliardi di dollari. Altre informazioni sugli introiti della società che gestisce i Testimoni di Geova arrivano dal modello 990 (dichiarazione dei redditi).

Nell’anno 2015 la Tower Watch ha guadagnato la bellezza di 2.703.000 dollari. La maggior parte deriva dal Milestone Real Estate Investors, strumento finanziario di una società con sede a Dallas. Ma una parte di essi, 157.810 dollari, provengono dal North Heaven Offshore, fondo d’investimento con capitale di rischio gestito da un colosso della finanza (Morgan Stanley) e registrato sulle Isole Caymann, noto paradiso fiscale.

Azioni di società produttrici di armi e profitti dalla vendita di immobili

Nel 2002 destò sensazione il fatto che tra le azioni possedute dalla Tower Watch ci fossero anche quelle della Philip Morris. I fedeli cominciano a chiedersi per quale motivo i reggenti comprassero le azioni di una delle più grandi aziende produttrici di tabacco. Per evitare ulteriori critiche le azioni vennero vendute. Nel 2015, però, risultano in possesso della società azioni appartenenti ad alcune delle più grandi multinazionali al mondo, tra le quali ci sono anche Amazon, Monsanto e Visa. Ma ciò che desta maggiore interesse è il possesso di azioni di società produttrici di armi, come la Raytheon Company e il Northrop Grumman. Come mai un’organizzazione religiosa investe in aziende che producono armi?

La parte più consistente dei profitti, però, deriva dalla compravendita degli immobili. Tra il 2014 ed il 2018 la Tower Watch ha venduto 30 edifici a Brooklyn Heights (New York), traendone un profitto di 2 miliardi di dollari. A cui si aggiungono i 368 milioni di dollari risparmiati in tasse con le vendite, in quanto associazione no profit. Da questi pochi dati (ce ne sarebbero molti altri) si evince però che la Tower Watch agisce come un’azienda piuttosto che come un’associazione no profit. Viene da chiedersi dunque a quale scopo vengano utilizzati tutti questi introiti e come questi guadagni si sposino con il distacco dagli averi terreni a cui costringono i loro fedeli.

Sciarretta Massimiliano

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