Sanremo, assolto il vigile che timbrava il cartellino in mutande

Sanremo, è stato assolto il vigile che timbrava il cartellino in mutande. Lavorava come controllore al mercato ortofrutticolo della città.

E’ stato assolto quest’oggi il vigile di Sanremo sorpreso a timbrare il cartellino di lavoro in mutande: il gup Paolo Luppi ha decretato che il “fatto non sussiste”, per il vigile in questione e per altri nove imputati per motivi simili. Nella stessa udienza sedici persone sono state rinviate a giudizio, mentre altrettante sono uscite dal processo con un patteggiamento. Il blitz era scattato il 22 ottobre 2015: vennero eseguite misure cautelari, e il comune di Sanremo licenziò in tronco trentadue degli indagati.

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Assolto il vigile che timbrava il cartellino in mutande, ecco perché

Alberto Muraglia, il vigile protagonista dell’accaduto, era responsabile dei controlli al mercato ortofrutticolo di Sanremo. A lui erano stati imposti gli arresti domiciliari. Le immagini riprese dalla Guardia di Finanza lo mostravano mentre strisciava il badge in mutande, o addirittura faceva compiere l’operazione di timbratura alla figlia. Dopo l’esplosione del caso, la moglie di Muraglia aveva spiegato: “Il nostro appartamento è proprio dentro il mercato, abbiamo la spiegazione per tutti gli episodi contestati”. Il vigile si era a sua volta giustificato così durante un interrogatorio: “Mi è capitato di smontare dal servizio, arrivare a casa e ricordarmi di non ave timbrato. Per evitare di rivestirmi sono andato a strisciare il badge in pigiama”. A gennaio del 2016 aveva ricevuto la lettera di licenziamento del municipio; con il  suo avvocato aveva presentato ricorso al giudice del lavoro, e nel frattempo aveva aperto una bottega per la riparazione di elettrodomestici nel centro della città di Sanremo. L’avvocato Alessandro Moroni, difensore del vigile, ha giustificato il comportamento di Muraglia facendo riferimento al “tempo tuta”: “Per gli operai della Fiat, di molte fabbriche, ma anche per i vigili l’orario comincia a decorrere quando entrano nel luogo di lavoro e vanno negli spogliatoi per indossare la divisa. Muraglia era sia vigile che custode del mercato: alle 5.30 del mattino, vestito in borghese, apriva i cancelli; poi rientrava in casa, alle 7.30 indossava l’uniforme e strisciava il badge. Nell’arco di un anno, tanto è durata la videosorveglianza, il mio assistito è stato ripreso quattro volte, solo quattro volte, a compiere la timbratura in mutande. Ma era appunto tutto regolare, solo che il filmato è stato diffuso dagli inquirenti completamente fuori dal contesto”.

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