Vaticano, mille abusi segnalati solo nel 2019: “Siamo sopraffatti”

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Il capo Ufficio della Sezione Disciplinare nella Congregazione per la dottrina della fede ha confidato che nel 2019 sono stati segnalati mille casi di abuso al Vaticano.

Una vera e propria marea di segnalazioni, oltre il quadruplo di quelle che giungevano appena 10 anni fa. Questo è il primo risultato concreto delle modifiche alle leggi sulla gestione dei casi di abuso da parte del Vaticano. Dopo l’ultimo grande scandalo negli Usa, infatti, il Santo Padre ha deciso di dare una scossa alle cose, decidendo di rendere più trasparenti le indagini su questi casi di violenza sessuale (adesso non esiste più il segreto pontificio, e la legge ordinaria collabora con quella della Santa Sede) e soprattutto obbligando i vescovi e cardinali a denunciare immediatamente ogni possibile caso.

Niente più coperture, niente più silenzio, niente più pressioni psicologiche sulle vittime. Chi si macchia di simili reati verrà denunciato e punito come è giusto che sia. Così si punta non solo a ristabilire la fiducia tra i fedeli e la Chiesa, ma anche e soprattutto a rendere giustizia alle vittime. Il problema adesso è gestire la mole di casi che sono stati segnalati. Il capo Ufficio della Sezione Disciplinare nella Congregazione per la dottrina della fede John Joseph Kennedy ha infatti svelato che i casi segnalati solo nel 2019 sono mille.

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Vaticano: “Sopraffatti. Il personale dovrebbe lavorare 7 giorni a settimana”

Al momento dunque il numero di casi è talmente elevato che il personale fatica ad analizzarli tutti: “Per evadere tutti i documenti relativi al 2019, il quadruplo di quanti se ne gestivano un decennio fa, il personale dovrebbe lavorare sette giorni alla settimana”. Così Kennedy parla dello “Tsunami di casi” a cui si deve lavorare e per il quale probabilmente serve più personale. Anche perché alcuni di questi giungono da paesi che si trovano in regioni remote e di cui il personale non aveva nemmeno sentito parlare.

In tutta sincerità lo stesso Kennedy ammette: “Suppongo che se non fossi un prete e se avessi un bambino maltrattato, probabilmente smetterei di andare a messa“. Ciò nonostante ci tiene a sottolineare come il Vaticano si sia impegnato con tutte le sue forze per contrastare il fenomeno. I casi verranno esaminati tutti e verrà resa giustizia. Ma per il capo della Sezione Disciplinare non è una questione di riconquistare la fede: “è qualcosa di molto personale. Ma almeno diamo alla gente la possibilità di dire: ‘Forse diamo alla chiesa una seconda possibilità di ascoltare il messaggio'”.

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Sciarretta Massimiliano

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