Sara, affetta da malattia mitocondriale: la storia della ragazza

Affetta da malattia mitocondriale: la storia di Sara, la ragazza padovana che prova ad avere una vita normale nonostante tutto.

Sara è una giovane affetta da Malattia Mitocondriale, una patologia che non le permette di camminare per più di 400 metri. La sua storia è quella di una ragazza che non si è mai arresa e che alla fine è riuscita a essere più forte della malattia. Vive a Padova, ha 27 anni, è laureata in Consulente del lavoro. La sua patologia è la stessa da cui era affetto Charlie Gard, il bimbo francese al centro di una lunga battaglia etica.

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La storia di Sara: la vita di una giovane affetta da malattia mitocondriale

Il suo papà, qualche tempo fa, aveva spiegato in un’intervista: “Nel caso di mia figlia, le mutazioni genetiche su di lei riscontrate attualmente sono sconosciute in letteratura, per cui potrebbe essere l’unica al mondo ad averle; ed hanno interessato solo la parte muscolare, consentendole un’autonomia, a passo lento, di circa 150/200 metri, dopodiché è costretta a fermarsi per non andare in acidosi e iniziare a vomitare. Nonostante tutto Sara si considera fortunata, anche se non può correre o stare tanto tempo in piedi, tutte cose che la limitano nelle azioni quotidiane”.

Affianco a Sara, nella sua battaglia, non solo il papà, ma anche la sorella Marta. Una sorta di angelo custode, secondo quanto si racconta. Sara ha un sogno, quello di guarire, il suo mito è Jovanotti e vorrebbe fare un viaggio in Polinesia francese. “Mia sorella per rendermi allegra mi fa ridere oppure mi porta a mangiare sushi, in piscina d’estate o in centro”, ha raccontato in un’intervista. La giovane ha scoperto i primi sintomi della malattia a 8-9 anni quando si è resa conto di affannarsi troppo, un paio di anni dopo, all’ospedale di Trieste, la diagnosi.

Spiega anche che oltre alla sua famiglia ha al fianco gli amici: “Più passa il tempo, più mi conoscono e cercano di agevolarmi. Non riesco a frequentarli spesso perché per me è faticoso uscire, ma quando ci vediamo magari scelgono un locale più facilmente raggiungibile per me o senza gradini. Così sono più tranquilla e mi godo di più la serata”.

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