Pensionato di Manduria: per l’accusa la baby gang non deve andare in carcere

Pensionato di Manduria: per l’accusa la baby gang che uccise l’uomo dopo averlo seviziato non deve andare in carcere, chiesta la messa in prova.

manduria
(screenshot video)

In primavera aveva destato molto scalpore una vicenda avvenuta a Manduria in provincia di Taranto: un pensionato è deceduto in ospedale, dopo essere stato trovato dalla polizia legato a una sedia. Si tratta di un uomo di 66 anni, con disagio psichico, che si chiamava Antonio Cosimo Stano. Questi sin dal 2012 era rimasto vittima di una serie di aggressioni e violenze da parte di una baby gang.

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Le accuse alla baby gang coinvolta nella morte del pensionato di Manduria

agguato Casal Bruciato

Antonio Cosimo Stano, in base a quanto emerge, veniva sistematicamente aggredito, rapinato e bullizzato. Molte delle violenze sono anche state postate su WhatsApp: si vedono i giovani che aggredivano sistematicamente il 66enne mentre sottoponevano la vittima a violenze con calci, pugni e bastoni. Dalle indagini emerse il coinvolgimento di almeno dieci ragazzini. Ma adesso arriva la richiesta della pubblica accusa.

La pm Pina Montanaro, della Procura per i minorenni, ha chiesto la misura alternativa della messa in prova per 10 di loro. I ragazzini, tutti nati tra il 2001 e il 2004, dovranno affrontare un percorso in strutture di volontariato. Un altro, invece, che ha filmato quanto avveniva e a cui vengono rivolte accuse più gravi, rischia il processo con rito abbreviato. A fine gennaio, l’udienza davanti al gup Bina Santella: se dovesse essere accolta la richiesta del pm, i ragazzi avrebbero condanne alla messa in prova da 2 a 3 anni.

rapina a mano armata

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