Desirée Mariottini, uno degli imputati chiede scusa in Aula

La drammatica morte di Desirée Mariottini, uno degli imputati chiede scusa in Aula: si tratta del ghanese che aveva denunciato i genitori.

(Facebook)

Ha preso il via il processo per la morte di Desirée Mariottini, la 16enne trovata priva di vita in un palazzo a Roma nel quartiere San Lorenzo e che era sparita da Cisterna, in provincia di Latina. Sul banco degli imputati ci sono quattro persone: il nigeriano Alinno Chima, il senegalese Mamadou Gara, detto Paco, il ghanese Yusef Salia, e l’altro senegalese, Brian Minthe.

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Le scuse in Aula per la morte di Desirée Mariottini

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Quella di Desirée Mariottini è la storia di una ragazza con tanti, troppi problemi legati alla sua età e al contesto in cui viveva. Si era prospettava la pista anche della cessione di droga in cambio di sesso, che nel processo potrebbe definitivamente emergere. Intanto, uno degli imputati, Salia, al processo ha chiesto scusa per quanto accaduto, sostenendo però di non avere responsabilità: “Non sono responsabile della morte di questa ragazza, chiedo perdono e scusa alla madre e alla famiglia e rispetto il loro dolore”.

Si tratta dello stesso imputato che qualche settimana fa finì al centro delle polemiche per alcune affermazioni del suo legale. Il dettaglio della tesi difensiva presentata dai legali del ghanese accusato di stupro e omicidio ha fatto discutere. L’uomo infatti dichiara in una denuncia presentata in Tribunale: “Se la ragazza quel giorno fosse stata in casa con i familiari, io Salia Yusef non sarei in carcere”. Ora il ghanese ha annunciato in Aula che ritirerà quella denuncia per omessa vigilanza. Nel processo sono parte civile Comune di Roma, Regione Lazio e le associazioni ‘Insieme con Marianna’ e ‘Bont’t worry- Noi possiamo Onlus’.

 

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