Antonella Pavin, chi è la donna che voleva fondare il partito filonazista

Antonella Pavin è una delle 19 indagate per il tentativo di creare un partito filo nazista, scopriamo chi è la donna dietro il reclutamento dei neo nazisti.

Da diversi anni in Italia si avverte un crescente odio nei confronti degli immigrati. Un odio che è cominciato nel periodo di maggiore affluenza dei migranti (causata sia dagli accordi con l’UE che dalla guerra in Siria) e che pare non accenni a fermarsi. L’odio razziale ha già portato ad episodi di violenza fisica (basta ricordare la sparatoria di Luca Traini) e nella maggior parte dei casi verbale. Proprio al fine di contrastare questo odio, il governo ha approvato la Commissione Segre, il cui compito è proprio di segnalare tali fenomeni. Anche in quel caso la violenza è il sentimento che è emerso con maggiore evidenza, con messaggi di odio e minacce per la senatrice. Il fenomeno è stato tale da costringere all’assegnazione di una scorta per la sopravvissuta alla Shoah.

Se in molti casi il razzismo e l’odio sono semplicemente legati a ignoranza o aggregazione alla massa, in altri ci si rifà ad ideologie naziste. La scorsa settimana sono emerse le frasi contro gli ebrei di Miss Hitler, una ragazza di 26 anni italiana che partecipa a cortei neo nazisti fuori dall’Italia. Qualche giorno dopo la dda ha pubblicato i risultati di un’indagine che ha portato all’accusa di 19 persone. Queste sono accusate non solo di apologia ma anche di aver cercato di fondare un partito segreto basato sulle idee naziste. A reclutare membri era, a quanto pare, Antonella Pavin, donna di 48 anni che sosteneva che Auschwitz fosse una specie di resort a 5 stelle.

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Chi è Antonella Pavin

Nata e residente a Padova, Antonella Pavin ha sviluppato le proprie idee sul nazismo e sugli ebrei leggendo testi anti semiti. Dopo le accuse della Digos, la donna non ha rinnegato nulla, dicendo a ‘Repubblica‘ che è libera di pensare che gli “Ebrei sono la rovina dell’umanità”. Quando il cronista le fa presente che fare apologia del nazismo e inneggiare all’Olocausto sono reati, la donna ha risposto: “L’olocausto è una fandonia, ad Auschwitz c’erano la piscina, il teatro e il cinema. Non è andata come la raccontano”.

Vittima inconsapevole delle idee naziste della donna è stato il marito, Valter T., il quale si è detto disgustato da quello che ha scoperto. Cercato dal ‘Corriere’ l’uomo ha negato di essere anche lui nazista, ma si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni, preferendo lasciare il compito al suo avvocato. Per quanto riguarda il perdono della moglie, al momento è un capitolo delicato: “Un conto è la rabbia, la sorpresa per ciò che sta venendo fuori. Un altro è l’aspetto umano che porta con sé. E, a livello umano, stiamo pur sempre parlando di mia moglie”.

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