Strage di Corinaldo, la mamma di una delle vittime: “Era irriconoscibile”

La mamma di Daniele Pongetti, morto a Corinaldo, torna al drammatico momento del riconoscimento un anno dopo la tragedia: “Da sotto un telo vidi la sua scarpa…”.

Donatella Magagnini, 53 anni, è la mamma di Daniele Pongetti, una delle vittime della strage di Corinaldo, avvenuta quasi un anno fa. Da allora la sua vita si è fermata e ogni giorno rivede lo stesso film. “Quella sera mia figlia Debora accompagnò al pronto soccorso un’amica che non stava bene – racconta al Corriere della Sera -. Mi chiama e mi dice: mamma, qui gira voce che alla Lanterna sia successo un macello e Daniele non risponde. Le ho detto: non ti preoccupare, vedrai che fra un po’ ci chiama. L’ho tranquillizzata, ma avevo il cuore sottosopra”.

Poi, purtroppo, il peggiore del presentimenti si è materializzato. “Quando sono arrivata davanti alle transenne mi sono avvicinata a un carabiniere e gli ho detto: devo entrare, voglio vedere se c’è mio figlio sotto uno di quei teli”, rammenta Donatella. “Se se la sente vada pure” le rispose. E lei andò. “Mi sono avvicinata a quella fila di lenzuoli e a un certo punto ho visto spuntare una scarpa. Non avevo più dubbi mentre sollevavo il telo, anche se poi guardandolo non sembrava più lui, era un ragazzino irriconoscibile”.

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Il ricordo della strage di Corinaldo a 12 mesi di distanza

Era la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018: Daniele Pongetti aveva 16 anni, studiava all’Itis e sognava di diventare un ingegnere meccanico. Purtroppo si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato: dentro la Lanterna Azzurra di Corinaldo assieme a una folla di adolescenti che aspettava il trapper Sfera Ebbasta per un dj-set. E la sua scomparsa pesa ogni giorno di più.

“Mi manca tantissimo la fisicità, poterlo stringere a me, alzarmi in punta di piedi per arrivare al suo metro e 80 a dargli un bacio, sentire quella sua voce da adulto… – confessa mamma Donatella -. L’altro giorno ho ritrovato una sua vecchia lettera di quando aveva 14 anni. Avevamo litigato e lui, come faceva sempre, scriveva parole dolci per chiedere scusa, ci metteva cuoricini, mi veniva vicino, mi abbracciava, mi faceva ridere… impossibile non perdonarlo. Gli dicevo sempre: sei un gran paraculo”.

Quello di Donatella è un dolore impossibile da spiegare. “È innaturale perdere un figlio – dice -. Ti chiedi: che sono rimasta a fare? Perché io sono rimasta e lui è andato? Ho regalato le sue cose agli amici più cari, il suo cappello preferito alla fidanzatina. Pensi che la sera in cui è morto era così emozionato… era invaghito di questa ragazzina e lei di lui: avrebbero dovuto dichiararsi l’un l’altra con il resto della compagnia”. E oggi quando pensa a Daniele lo immagina “in giro per il mondo, in un viaggio lunghissimo… era un viaggiatore nato, per questo a volte mi sembra quasi di vederlo: in cammino, con quel suo sorriso e la voglia di conoscere il mondo. Peccato solo che non l’abbia mai sognato da quando non c’è più. Vorrei tanto che succedesse”.

EDS

 

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