Chi è Chico Forti | Condannato per omicidio negli Usa | Qualcosa non torna

Chico Forti, velista e produttore televisivo italiano, ha partecipato a sei mondiali e due europei di windsurf e vinto il Campionato italiano di vela, classe catamarano DART (1990). La sua vita è radicalmente cambiata nel 2000, quando è stato condannato per omicidio negli Stati Uniti. Lui si è sempre dichiarato innocente e vittima di un errore giudiziario. Un movimento di opinione in Italia continua a chiedere la revisione del processo. Ripercorriamo insieme la sua storia.

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L’identikit di Enrico Forti

Chico Forti è nato a Trento l’8 febbraio 1959 e lì ha vissuto fino al conseguimento della maturità scientifica nel 1978, dopo di che si è trasferito a Verona per frequentare Istituto Superiore di Educazione Fisica I.S.E.F.. Nel 1990 ha partecipato a Telemike e vinto una cifra importante tramite alcune competizioni di windsurf, grazie alla quale nel 1992 si è trasferito negli Stati Uniti. Ha sposato Heather Crane con la quale ha avuto tre figli, Savannah Sky (1994), Jenna Bleu (1996) e Francesco Luce (1998).

La carriera sportiva di Chico Forti è cominciata nel 1979 con la pratica del windsurfing grazie a Karl Heinz Stickl (ex campione del mondo di windsurf) sul Lago di Garda. Con Robby Naish ha eseguito tra i primi al mondo il looping (salto mortale all’indietro completo con la tavola da windsurf) a Diamond Head, Hawaii (1984) ed effettuato il primo base jumping dalla cima dell’albero della goletta Star Pilot ad Atollo Molokini, Hawaii. Esperto sciatore, ha eseguito la discesa della parete est del Palon, Monte Bondone (2090 m s.l.m., a Trento) con l’amico Gianluca “Billy” Valduga (1983). E insieme all’hawaiiano Richard White ha disegnato e prodotto la prima rampa di salto per windsurf (funboard) per allenarsi e di gareggiare indoor (1984). E’ stato il primo italiano a competere nella coppa del mondo di windsurf professionisti PWA (Professional Windsurfing Association) nel 1985, e nel 1987 è stato eletto Atleta dell’Anno dal Club Albatross della città di Bergamo.

Dopo uno stop forzato all’attività sportiva nel 1987, a causa di un incidente automobilistico, Chico Forti si è reinventato come produttore di filmati di sport estremi (windsurf, snowboard, surf, skateboarding, moto d’acqua, sci nautico a piedi nudi, wakeboard, kitesurfing) e collaboratore nell’ideazione e nello sviluppo di materiali per lo sport del windsurfing, scrivendo numerosi articoli su riviste specializzate di sport velici (nel 1989 è diventato capoeditore di Windsurf Italia). Ha inoltre promosso il World Festival on the Beach di Mondello per il rinomato club velico Albaria collaborando con Vincenzo Baglione, l’immagine olimpica del windsurf italiano. E nel 1990 ha creato la casa di produzione Hang Loose, con il programma Hang Loose specializzato in sport estremi.

La sua vicenda giudiziaria risale al febbraio del 1998, quando Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale Chico stava acquistando il Pikes Hotel, a Ibiza, viene trovato assassinato sulla spiaggia di Sewer Beach, Miami. Chico è stato accusato di essere parte in questo felony murder, un omicidio commesso durante l’esecuzione di un crimine (l’accusa aveva posto come movente una truffa di Forti ai danni di Pike padre). Nel 2000 è stato condannato all’ergastolo senza la possibilità di “rilascio sulla parola” (LWOP). Attualmente sta scontando la pena al Dade Correctional Institution, Florida City, ma si è sempre dichiarato vittima di un errore giudiziario.

Il suo legale italiano, Ferdinando Imposimato, e la criminologa Roberta Bruzzone hanno presentato nel maggio 2012 un report all’allora Ministro degli Esteri Giulio Maria Terzi di Sant’Agata che contiene le motivazioni per la richiesta di revisione. Anche il successivo titolare della Farnesina, Emma Bonino, ha espresso l’attivo interessamento del governo italiano sul caso Forti. Molte personalità dello spettacolo tra cui Fiorello, Jovanotti e Red Ronnie si sono uniti a un movimento d’opinione per chiedere la revisione del processo. Ma nel sistema giudiziario statunitense la richiesta di un nuovo processo può avvenire solo presentando prove sconosciute e non conoscibili all’epoca del dibattimento e in grado di modificare l’esito dello stesso: di conseguenza, tutte le prove che sono passate o avrebbero potuto passare davanti a una corte sono inammissibili.

EDS

 

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