Bimbo annegato dalla mamma suicida: lo straziante tributo del papà

Emma Sillent ha condotto suo figlio, Jenson Spellman, in una trappola mortale, per poi morire a sua volta suicida. Lasciando il padre del piccolo nella disperazione più nera. 

Ha portato il figlio di 5 anni da McDonald’s e gli ha comprato un Happy Meal. Poi ha riempito il suo zaino di sassi e gli ha legato le mani ai suoi stessi polsi, prima di gettarsi in un bacino idrico col piccolo. Secondo quanto è emerso dalle indagini, Emma Sillent, 41 anni, si è allontanata col suo bambino, Jenson Spellman, fino ad una zona isolata nel Derbyshire, nel Regno Unito, prima di compiere l’omicidio-suicidio.

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L’assurdo e orribile gesto della mamma suicida

La mamma di Jenson ha lasciato solo un biglietto nella sua auto, spiegando che voleva porre fine alla sua vita ma non poteva sopportare di lasciare suo figlio da solo. Il bambino è stato trovato “legato al polso della madre”, come appurato dalla Corte di Chesterfield. Emma lottava con la depressione da anni e di recente aveva avuto tre aborti spontanei.

I loro cadaveri sono stati ritrovati presso il Valehouse Reservoir nel Derbyshire Peak District due giorni dopo, la scomparsa avvenuta il 20 novembre scorso. La Peugeot 308 nera di Emma era rimasta parcheggiata a meno di tre chilometri dalla casa di famiglia nel paesino di Dinting, vicino a Glossop, con dentro gli avanzi di un Happy Meal, una borsetta, un telefonino e una borsa. Il giorno dopo la scomparsa, il padre di Jenson, John Spellman, aveva chiamato i servizi di emergenza, spiegando che la sua compagna era “molto giù” e che in precedenza aveva parlato di “farla finita”.

Ed è lo stesso John Spellman oggi, con il cuore spezzato, a rendere omaggio a suo figlio 12 mesi dopo la sua tragica morte. L’uomo confessa che non passa giorno che non pensi a Jenson: “Era martedì 20 novembre quando ho chiacchierato con lui prima di andare a scuola, poi l’ho baciato e l’ho salutato, pensando che lo avrei visto più tardi a casa – ha scritto su Facebook -. Molte volte mi domando se c’era qualcosa che potevo fare diversamente. Non passa giorno che non senta la perdita e il dolore di non essere con lui… È così tragico che sua madre non abbia avuto motivo di continuare la vita da sola e abbia deciso di portarlo con sé. Sapeva che suo padre lo amava alla follia e si sarebbe assicurato che la sua vita fosse il più felice possibile… La ragione principale per cui mi sforzo di andare avanti è che so che Jenson avrebbe voluto che io continuassi a vivere e a essere felice per entrambi”.

EDS

 

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