Uccidere cani randagi, bocconi con dentro chiodi di ferro – FOTO

uccidere cani randagi
Ad Ortona disseminati bocconcini allo scopo di uccidere cani randagi FOTO viagginews

L’associazione animalista Lida denuncia un tentativo di uccidere cani randagi perpetuato da anonimi maniaci con dei bocconi contenenti chiodi pericolosi.

Ad Ortona, in provincia di Chieti, sono stati trovati dei bocconi manomessi allo scopo di uccidere cani randagi. Con l’orribile gesto compiuto presumibilmente da una o più persone anonime ed attualmente i militanti di Lida – Lega Italiana Diritti dell’Animale – sta cercando di scovare queste persone malvagie ed insensibili. Le trappole per quattrozampe consistono nel disseminare dei succulenti pezzetti di wurstel con dentro dei chiodi di ferro. Il malcapitato animale, attirato da un simile bocconcino, si troverebbe nei guai una volta ingerito il tutto. Non si sa se questo tremendo piano abbia lo scopo di uccidere cani randagi del circondario allo scopo di ridurne la presenza, o se sia solo un macabro gesto di squilibrati che non hanno una giusta percezione di quanto sia preziosa la vita. Lida ha lanciato l’allarme lo scorso 22 ottobre in merito alla presenza di queste esche pericolose.

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Uccidere cani randagi, un reato che prevede il carcere

La cosa potrebbe spingere anche dei bambini ad esporsi a possibili pericoli. Bastano pochi secondi di distrazione per dover fare i conti con dolorose lacerazioni interne. La pagina Facebook di Lida Ortona fa sapere quanto segue. “Fate attenzione ai vostri bambini e ai vostri animali chiunque abbia visto qualcosa può scriverci o contattarci i qualsiasi modo oppure recarsi al comando stazione dei carabinieri”. La cosa è nota anche al sindaco di Ortona, Leo Castiglione, ed alla locale Asl. Ricordiamo che il maltrattamento e l’uccisione di animali rappresentano un reato perseguibile dal codice penale, così come il lasciare cibo alterato od avvelenato. Le sanzioni previste sono di natura pecuniaria, con una multa dai mille ai 5mila euro, e dententiva, con la reclusione da uno a 3 anni di carcere.

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