Pesca illegale F.a.d.: che cos’è e come funziona

Un metodo di pesca illegale che è molto attivo nel Mar Mediterraneo: ecco che cos’è e come funziona la tecnica f.a.d.. Ecco il processo

pescatori tunisini

Nel Mar Mediterraneo si è diffuso un metodo di pesca illegale e pericoloso che ogni giorno riversa in mare tonnellate di plastica e uccide pesci ed ecosistema marino. Sono chiamati i cosiddetti f.a.d. illegali, ovvero accrocchi creati per attrarre molti pesci in una zona limitata di mare, che inquinano l’habitat marino con tonnellate di plastica. Questo succede soprattutto nel Mediterraneo con la percentuale altissima, circa il 62% di vita marina che rischia di non potersi riprodurre più. In tutto il Mar Mediterraneo ci sono oltre 1,5 milioni di f.a.d. abbandonati dai pescatori, vera trappola mortale. Ecco come funziona:  un filo di plastica ancorato in fondo al mare tiene in superficie delle foglie di palma, per creare l’ombra sotto la quale si radunerà, attirata anche da microorganismi posizionati allo scopo, una gran quantità di pesci. Così nel momento della massima affluenza dei pesci arrivano i pescatori che con le loro reti a circuizione tirano su tutto ciò che c’è dentro.

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Pesca illegale F.a.d.: la tecnica

Il presidente di Sea Shepherd Italia, Andrea Morello, ha svelato: “Nel solo tratto di mare intorno alle isole Eolie, di questi accrocchi illegali ce n’è un bel po’, 10mila fad con 6,7,8 taniche e bottiglie cadauno sopra. Parliamo di centinaia di migliaia di bottiglie riversate nel mare ogni anno”. Così come un volontario della ong che ha raccontato la sua esperienza personale: “Abbiamo trovato delle tartarughe che erano strozzate al collo o impigliate con le pinne in questo filo di polipropilene. Molto frequentemente, pur di scappare perdono l’arto e finiscono quasi sempre per morire”. La legge parla di materiale organico biodegradabile, sia per il filo che tiene il f.a.d. sia per i bidoni per tenerlo a galla ma ciò non avviene per i costi elevati.

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