Mose, Alitalia e Ilva, periodo nero per l’Italia: “Dovremmo vergognarci”

Mose
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I danni causati dalla marea a Venezia sottolineano l’assurdità di un progetto pendente da 30 anni, il Mose. In Italia perà pesano anche Ilva e Alitalia.

La scorsa settimana Venezia ha rischiato il collasso. L’innalzamento della marea sino a 1987 cm ha causato l’allagamento di gran parte degli edifici storici (specialmente della Basilica di San Marco), tra cui anche il palazzo del consiglio regionale, ma anche e soprattutto la morte di due persone. Dopo l’accaduto si è alzato un grido di dolore e indignazione dalla città veneta, dove si chiede giustamente il completamento del Mose. Il progetto è stato varato nel 1994 e doveva essere completato entro il 1997, ma nel 2019 ancora non si intravede la fine dei lavori.

Il drammatico scenario di Venezia emerge in un periodo già sufficientemente complicato. Da un lato ci sono i problemi finanziari di Alitalia, compagnia di bandiera che fatica a tornare competitiva nel mercato nonostante gli interventi del governo. Dall’altro c’è la grana Ilva: l’impianto era stato ceduto lo scorso anno al colosso Arcelor Mittal, il quale ha deciso di rescindere il contratto a causa della mancanza di uno scudo sui danni ambientali.

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Mose, Alitalia, Ilva, il Bel Paese dovrebbe vergognarsi?

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(FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Sebbene si tratti di tre questioni totalmente differenti tra loro, insieme compongono uno specchio delle difficoltà italiane nella gestione del Paese. Su un pezzo pubblicato nel sito di notizie online ‘Affari Italiani’, il redattore evidenzia le colpe della politica in queste tre situazioni. Sul Mose scrive ad esempio: “Ma in quale altro paese al mondo può’ succedere che un’opera di ingegneria idraulica unica al mondo come il Mose iniziato nel 1992…dopo quasi 40 anni,con quasi 6 miliardi di euro spesi, non lire, tra lavori e tangenti, ancora non sia finita?”.

Secondo il redattore il problema di Alitalia sarebbe l’ingente numero di dipendenti, fattore che impedisce ad altre aziende private di aiutare la compagnia di bandiera. Infine sull’Ilva la colpa ricadrebbe sullo scorso governo e sulla decisione di togliere lo scudo. Tutte e tre le situazione sarebbero dunque lo specchio di un’incapacità gestionale conclamata all’estero. Ma la colpa sarebbe anche di tutti gli italiani: “l’unica cosa che serve dire è che tutti, noi italiani per svariati motivi, siamo tutti colpevoli e dovremmo vergognarci per avere nel tempo : posto il nostro futuro nelle mani di politici interessati solo a se stessi, di amministratori a dir poco incapaci, di sindacati che non sono stati in grado di fare pienamente il proprio lavoro, che sarebbe quello di tutelare i propri tesserati”.

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