Manovra di Rashkind, che cos’è: la storia del piccolo Guido

La Manovra di Rashkind è un eccellente trattamento per la TGA, la trasposizione delle grandi arterie, come dimostra la storia del piccolo Guido. 

Tutto ebbe inizio nel 1966. Risale infatti a quell’anno la prima descrizione della Manovra di Rashkind, uno dei trattamenti non chirurgici basato sull’introduzione di un catetere per la cura della TGA, la trasposizione delle grandi arterie. Il metodo deve il suo nome a William J. Rashkind, un cardiologo americano in servizio a Filadelfia noto per il suo grande contributo scientifico al trattamento di difetti cardiaci congeniti. L’applicazione alla TGA deriva dai successi ottenuti nel trattamento della TGV, la trasposizione dei grandi vasi, in quegli anni all’origine del 20% della mortalità infantile legata alle cardiopatie congenite.

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L’importanza della Manovra di Rashkind

In Creation of an Atrial Septal Defect Without Thoracotomy, scritto a quattro mani con il collega William W. Miller, Rashkind sottolinea come i migliori risultati con la sua procedura fossero riscontrabili nei bambini di età superiore a sei mesi, per cui “è indispensabile fornire una precoce [cura] palliativa che sia efficace fino all’età ottimale per la correzione completa e che non interferisca in modo significativo con il successivo intervento chirurgico”. La manovra di Rashkind consente intatti di aumentare, tramite l’introduzione di un catetere a palloncino, di aumentare il foro ovale di Botallo (il quale permette il passaggio del sangue dall’atrio destro all’atrio sinistro nel cuore fetale) e di migliorare la comunicazione fra gli atrii, in modo da garantire un corretto flusso sanguigno. In soldoni, per i neonati affetti in modo grave dalla TGA la Manovra di Rashkind può rappresentare un valido aiuto per migliorare in modo immediato la saturazione delle arterie ventricolari: gonfiando il suddetto palloncino nell’atrio sinistro, grazie all’uso di un contrasto diluito, si può allargare l’apertura del setto atriale e ripristinare il corretto scambio di sangue fra i due atrii.

Lo sa bene il piccolo Guido, il bambino che appena nato si è dovuto sottoporre alla manovra di Rashkind per sopravvivere. La delicata operazione è raccontata nello speciale “Dottori in corsia – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù” in onda nel primetime di Rai 3 di oggi, sabato 16 novembre 2019. “Questo procedimento quasi del tutto incruento è rivolto essenzialmente ai neonati e ai lattanti al di sotto dei 3 mesi, nei quali la gravità della cianosi e l’ipossia impongono urgentemente un gesto palliativo“, si legge nell’Enciclopedia Medica Italiana, Edizioni Scientifiche Firenze. Una volta introdotto il catetere nell’atrio destro del cuore, è possibile gonfiare il palloncino posto all’estremità fino a un diametro di 1 cm, poi ritirato in modo brusco in modo che laceri il già citato foro ovale. La manovra viene ripetuta diverse volte fino a raggiungere il diametro di 1,5 cm, in modo che il palloncino possa attraversare il setto senza incontrare alcuna resistenza. E il “gioco” è fatto.

EDS

 

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