Chi è Sara Aiello: età e vita privata della donna filmata dal marito mentre moriva

Conosciamo meglio la vicenda della donna filmata dal marito mentre stava morendo: ecco chi è Sara Aiello e tutte le curiosità sulla sua scomparsa

Sara Aiello chi è
Screenshot video

Sara Aiello, 35 anni e madre di due bambine, è morta il 3 giugno 2015 nella sua casa di Pompei, in provincia di Napoli. Suo marito l’ha filmata per otto minuti mentre stava in fin di vita. I rapporti tra i due non erano eccelsi da diversi mesi visto che la stessa donna aveva svelato dei messaggi sul telefonino del marito,  come ha svelato un’amica della donna: “Una notte prese il telefono del marito riuscì a sbloccarlo e vide lo scambio di messaggi tra suo marito ed una ragazza. Lui le diceva che era bellissima, poi si accordavano per prendere un caffè insieme. Suo marito si accorse che aveva il suo il telefonino e glielo strappò. Mi raccontò che suo marito doveva partire per lavoro e mi disse che non glielo avrebbe permesso se non fosse stata certa che il fratello lo avrebbe accompagnato nel viaggio”. Inoltre, già da tempo non dormivano nello stesso letto con la stessa Sara che si era trasferita nella cameretta delle figlie. Durante la crisi epilettica l’uomo l’ha filmata per otto minuti per poi chiamare i soccorsi soltanto dopo che era immobile. I sospetti sono tanti e si pensa anche anche ad una dose di veleno.

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Chi è Sara Aiello: vita privata

Sara faceva parte ad a una famiglia di imprenditori di alta sartoria. Soltanto dopo qualche settimana dalla sua morte la famiglia è venuta a conoscenza del video e successivamente uno dei fratelli della donna ha scoperto di essere affetto dalla Sindrome di Brugada, una patologia cardiaca che può provocare la morte improvvisa anche in giovani adulti. Gli stessi parenti hanno svelato novità sull’esistenza del video: “Lui si è giustificato dicendo che era stato il medico a dirgli di filmare la crisi per poter fare una diagnosi certa”. L’appello dei fratelli è molto chiaro: “Noi chiediamo alla Procura di riesumare il corpo e di capire cosa è successo. A noi non ci serve un colpevole”.

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